Il piano inclinato
Il piano inclinato (Il Mulino). È questo il titolo del nuovo libro di Romano Prodi (si tratta di conversazioni con Giulio Santagata e Luigi Scarola) che presenta la sua visione della politica e della società italiana. Anzi, più della società che della politica, nella quale non vuol tornare direttamente («ho già dato»), ma che non vuole e non può abbandonare. Parla di un’Italia di disuguaglianze crescenti, di giustizia sociale in panne, di giovani non valorizzati a sufficienza, di sfiducia crescente, di ceto medio che non sa più che fare, di evasione fiscale patologica, di rendite che si gonfiano a danno dei salari. La visione appare acuta, attenta, come sempre attenta all’analisi più che al giudizio affrettato.
Che fare? Per Prodi bisognerebbe rimettere in moto la macchina, bisognerebbe ridare all’Italia una democrazia capace di decidere, bisognerebbe evitare i populismi e gli uomini forti. Si dovrebbe ripristinare la tassa di successione per convertirla in una tassa di scopo per il diritto allo studio, dovrebbe essere riavviato un servizio civile obbligatorio ma legato alla formazione, si dovrebbe varare una «pensione di base» da 700 euro…
Anche se potrebbe diventarlo, non è un programma di governo quello di Prodi, come qualcuno ha scritto, ma un barometro del tempo in Italia, con qualche indicazione delle precauzioni da prendere e di qualche direzione di marcia. Così vanno auspicate, secondo Prodi, «la ricostruzione di una robusta classe media e la lotta contro la povertà». Così va rivalutato il sistema educativo, proponendo «un sistema di scuole tecniche degne del XXI secolo», per ricreare una classe di veri imprenditori. Senza cedere al fatalismo, ma sapendo che l’Italia ha un potenziale enorme di intelligenza e creatività.
Al di là delle simpatie che l’uno o l’altro può avere per l’ex premier, mi si lasci dire che fa piacere vedere che qualcuno ricomincia a parlare di idee e di proposte concrete in una politica appiattita sul quotidiano che non riesce che a ragionare in termini di tornaconto elettorale e di trucchi finanziari. Viva le idee quando diventano proposte concrete! E viva l’idea del “piano inclinato”, che indica una società che non si crede perfetta, ma cerca di avvicinarsi a chi è nel bisogno senza spirito d’elemosina ma di cooperazione al bene comune.