Il piano casa è legge. Le novità più rilevanti
Il nuovo piano casa – già adottato dal governo nel mese di marzo – se pur con alcune modifiche rispetto al testo originario, è stato convertito in legge lo scorso 20 maggio. Con esso si è cercato di arginare l’emergenza abitativa e, al tempo stesso, sono state messe in campo misure di sostegno per le categorie meno abbienti che non riescono più a pagare l’affitto. Tra queste misure compaiono il nuovo bonus mobili, le variazioni alla disciplina della cedolare secca al 10% e la lotta all’abusivismo. Molte altre, invece, attendono i decreti di attuazione, come ad esempio nel caso dell’affitto con riscatto e del maxi piano di recupero e risanamento dell’edilizia residenziale pubblica. Vediamo le misure più importanti contenute nel piano.
Sostegno alle locazioni
Per dare una mano alle famiglie che – a causa della perdita del lavoro e più in generale per la crisi – non riescono a pagare o ad essere puntuali con l’affitto, è stato incrementato con 100 milioni il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione con 226 milioni il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Nello specifico:
- Il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione che già aveva una dotazione di 100 milioni viene raddoppiato a 200 milioni per il biennio 2014/2015; il Fondo prevede l’erogazione di contributi a favore di famiglie che hanno un canone di locazione registrato e che si trovano in difficoltà nel pagare l’affitto.
- Il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli è stato incrementato di 226 milioni ripartiti negli anni 2014-2020.
Riscatto a termine dell’alloggio sociale
Importante innovazione per quanto riguarda le convenzioni che disciplinano le locazioni di alloggio sociale. Infatti è stata definitivamente approvata la regola che, dopo che siano trascorsi almeno 7 anni dalla stipula del contratto di locazione, l’inquilino ha la facoltà di riscattare l’unità immobiliare.
Bonus per l’acquisto di mobili.
Novità anche in tema di detrazioni Irpef del 50% per le ristrutturazioni edilizie e l’acquisto di mobili. Infatti, il bonus mobili, che ha un tetto massimo di spesa di 10.000 euro, è stato svincolato dalla ristrutturazione e si potrà portare in detrazione anche quando la spesa per i mobili è superiore a quelle sostenute per i lavori.
Riduzione della cedolare secca
Per incentivare i proprietari di alloggi sfitti ad immetterli sul mercato a canone concordato, l’aliquota della cedolare secca – già ridotta lo scorso anno dal 19 al 15% – viene ulteriormente abbassata, per il quadriennio 2014-2017, al 10%.
La cedolare secca al 10% per chi affitta a canone concordato è estesa, oltre ai Comuni ad alta densità abitativa,anche ai Comuni colpiti da calamità naturali per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza negli ultimi cinque anni.
Redditi da locazione di alloggi sociali
E’ stato contemplato anche il problema dei redditi che derivano dalla locazione di alloggi nuovi o ristrutturati, che d’ora in avanti non concorreranno alla formazione del reddito d’impresa ai fini Irpef/Ires e Irap nella misura del 40 per cento, per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori.
Detrazioni Irpef per il conduttore di alloggi sociali
Per il triennio 2014 -2016 gli inquilini di alloggi sociali beneficeranno di una detrazione pari a 900 euro per redditi non superiori a euro 15.493,71 e a 450 euro per redditi non superiori a euro 30.987,41.
Agevolazioni per chi risiede all’estero
Benefici anche per chi risiede all’estero e ha in Italia una o più case sfitte. Per uno di questi immobili non dovrà pagare l’Imu perché verrà considerata come prima casa. Invece la Tari e la Tasi saranno ridotte dei due terzi.
Lotta all’abusivismo
Con l’approvazione del piano casa, chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo, e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge. Gli occupanti abusivi di case pertanto non potranno chiedere la residenza e l’allacciamento alle forniture di servizi pubblici come acqua, gas ed energia elettrica. Inoltre chi occupa edifici residenziali pubblici sarà cancellato per cinque anni dalle liste per l’assegnazione delle case popolari.