Il perdono dopo lo scandalo dei monaci
È questo un periodo molto doloroso per i monaci buddhisti: ieri ho chiamato due di loro, un abate ed un professore universitario, per esprimere la tristezza delle notizie sui giornali e per assicurare loro un ricordo quotidiano: quando ci sono grossi scandali, sia nel cristianesimo che nel buddismo si soffre tutti! Uno di loro mi confidava: «Sai, non riesco ad uscire dal tempio? Mi sembra che la gente mi guardi male e magari pensi che anch’io faccia qualcosa di brutto». Ma cosa sta vivendo in questi giorni il monachesimo buddista tailandese? Alcune settimane fa, su internet è apparso un breve video con un famoso monaco, Luang Pu Nen Kham Chattigo seduto su un jet privato, con grossi occhiali da sole, una borsa di Luis Vuitton a fianco, insieme ad altri monaci con costosi tablets in mano. Immagini davvero sconvenienti per persone nella loro condizione, a cui si è aggiunta l’affermazione di desiderare di comprarlo: scene e parole che hanno scatenato una profonda bufera nel buddismo. Il video è stato girato dal capitano dell’aereo, che era stufo dei comportamenti del famoso e poco santo – diciamolo pure – monaco.
Da venerato Luang Pu è diventato ricercato, anche per droga e riciclaggio di denaro: notizie apparse su tutti i giornali e che hanno provocato sgomento e dolore nella popolazione. Nei 22 anni in cui questa nazione mi ha ospitato, ci sono stati solo altri due casi di monaci che hanno fatto scalpore: stavolta però le proporzioni sono davvero maggiori. Luang Pu Nen kham Chattigo era, fino a poco tempo fa, un monaco davvero noto e riconosciuto proveniente della provincia di Sisaket, nel nord est del paese: gente povera, contadini avvezzi a lavorare sodo e mangiar male. Solo lui diceva di poter parlare con le divinità e per questo era diventato un’attrazione, da anni. Da tutto il Paese arrivavano incontrarlo e si è fatto presto a trasformarlo in una favola e in un mito.
In Thailandia, ma immagino anche altrove, la notorietà porta denaro e privilegi e il giovane monaco ha fatto presto a trasformarsi in un divo che si spostava con elicotteri e aerei privati, con conseguenze ben immaginabili. San Paolo nelle sue lettere ai cristiani parla di un “uomo vecchio” che dimora dentro di noi e cerca il suo interesse e raccoglie in sé tutti i vizi: quest’esperienza ci ricorda che “l’uomo vecchio” non conosce religione, nazionalità e tanto meno colore della pelle. Il male si assomiglia in tutto e a qualunque latitudine. Come del resto accade per il bene. Ora Luong Phur Nen Kham Chattigo si trova in California, dove possiede case e denaro e difficilmente potrà ritornare in Thailandia da uomo libero. Tanti tailandesi soffrono e piangono per quest’ennesimo scandalo e fa male al cuore vedere che per pochi monaci irretiti dal denaro, ne va di mezzo la reputazione di molti altri davvero santi, che continuano la loro vita in mezzo a tante difficoltà.
In questi marosi buddisti risuonano le parole di papa Francesco come monito. Una nota giornalista tailandese, recentemente, ha dichiarato che «l’esempio di questo Papa è utile non solo per la Chiesa cattolica, ma serve anche a noi buddhisti» e, infatti, la foto del pontefice con un lungo e interessante articolo è apparsa sul quotidiano della capitale e alcuni monaci, venuti per un incontro interreligioso, ne hanno portato una copia. E’ di qualche giorno fa l’affermazione di un abate buddista che commentava: «Se volessi seguire l’esempio di qualcuno al di fuori del buddhismo, io seguirei il vostro Papa» mentre un monaco professore si mostrava interessato alle riforme che il Papa ha cominciato ad operare nella Curia per capire le modalità di riforma attuabili nel suo contesto. L’ammirazione e l’amore sincero manifestato da queste parole era davvero commovente.
La tristezza sugli scandali nel buddhismo in Thailandia è stata una cappa sul cuore di molti: la preghiera per tanti è lo strumento per chiedere il ravvedimento di Luang Phu Nen Kham Chattigo, seguito da una richiesta di perdono sentita. Il perdono, arma tipicamente cristiana, può rappresentare un risvolto anche per il buddismo. In un mondo ‘liquido’, per usare un termine caro a Zygmunt Bauman, dove tutto si compra facilmente, dove ogni cosa non ha valore che per poco tempo mentre un mondo consumista produce tanti scarti umani Papa Francesco ci insegna, con la sua vita, col suo esempio, che il Vangelo, l’amore, la sofferenza, il sacrificio, la modestia e tante altre virtù umane, hanno un valore davvero grande. Sono mattoni per il cuore di ogni uomo e dell’umanità intera. E in molti, anche da quaggiù, guardano a lui, a Francesco per trovare nei suoi gesti e nelle sue parole il motivo ed il perché della speranza: «Se lui lo fa, se lui lo dice, allora anch’io posso».
Sembra che una nuova primavera stia invadendo la Chiesa: ma non solo. Il mondo intero sta cambiando. Quest’uomo con le scarpe grosse e il vestito bianco, ci sta insegnando che la tenerezza attira molto più di tanti discorsi. Il suo sorriso, le sue omelie quotidiane fatte con parole semplici, con esempi casalinghi sono luce per tanti che camminano nel buio dell’epoca liquida. Anche in terra d’Asia si guarda a lui, con fiducia e speranza.
Grazie papa Francesco, anche a nome dei miei amici buddhisti che forse non riescono neppure a sognare la possibilità di un incontro ma che desiderano con tutto il loro cuore.