Il pazientare
«È un periodo che mi sento poco paziente con il mondo intero… come affrontare questa impazienza che mi fa stare male?».
Donatello – Torino
L’impazienza, in genere, si manifesta in due modi: il primo con sé stessi, nell’essere sempre di fretta e di corsa, pieni di pensieri e di preoccupazioni; il secondo con gli altri, nell’essere ipersensibili, anzi suscettibili, di fronte alle critiche altrui come anche alle osservazioni più innocue.
Il consiglio che mi sento di dare in questi casi, soprattutto se si manifestano sintomi fisici, come disturbi del sonno, ipertensione, ecc., oppure disturbi psichici come rabbia, ansia, ecc., è quello di una consulenza specialistica.
Ma non vorrei tanto fare un’analisi clinica sull’impazienza, piuttosto utilizzare il metodo delle metafore, delle storie curative, prendendo due scritti letterari di un genio dell’umanità come Leonardo da Vinci per aiutare il lettore ad affrontare i due modi dell’impazienza.
Il primo scritto leonardesco è una favola dal titolo “Il bruco” e lavora sull’impazienza con sé stessi: «Fermo su una foglia, il bruco guardava intorno: chi saltava, chi cantava, chi correva, chi volava; tutti gli insetti erano in continuo movimento. Lui solo, poveretto, era senza voce, non correva e non volava. Eppure non invidiava nessuno. Sapeva di essere un bruco, e che i bruchi debbono imparare a filare una bava sottilissima per tessere la loro casetta. “A ognuno il suo destino”, pensava. Perciò, con molto impegno, intraprese il suo lavoro. In breve si trovò rinchiuso in un tiepido bozzolo di seta, isolato dal resto del mondo.
«“Ed ora – si chiese – che cosa avverrà?”. “Ora sta’ quieto e aspetta”, gli rispose una voce. “Ancora un po’ di pazienza, e vedrai…”. E al momento giusto, il bruco si destò e non era più un bruco. Uscì fuori dal bozzolo con due ali bellissime, dipinte di vivi colori, e subito si levò alto in cielo».
Il secondo scritto di Leonardo invece è una breve meditazione esplicita sulla pazienza e va a lavorare sull’impazienza con gli altri: «La pazienza fa contro alle ingiurie non altrimenti che si facciano i panni contro il freddo; imperò che se tu multiplicherai di panni secondo la multiplicazione del freddo, esso freddo, nuocere non ti potrà; similmente alle grandi ingiurie cresci la pazienza; esse ingiurie offendere non ti potranno la tua mente».
Il pazientare più di ogni altro atteggiamento, aiuta a vivere bene la cosiddetta “capacità di sperimentare”, che è fondamentale per il perseguimento della salute mentale, e questo perché, ricordiamolo sempre: l’esperienza non è quello che ci accade, bensì quello che facciamo con ciò che ci accade.
pasquale.ionata@tiscali.it