Il papa che piace ai leader delle altre religioni

Tante le felicitazioni giunte al nuovo papa da parte dei leaders di altre religioni, tutti particolarmente toccati dalla sua figura e dalla sua umiltà e semplicità
Papa Francesco

«Sebbene non abbia troppa familiarità con molti santi cattolici, conosco San Francesco, avendo visitato Assisi per partecipare all’incontro interreligioso che vi si è tenuto. La sua disciplina, la semplicità del suo percorso di vita e il suo amore per tutte le creature sono qualità a cui sento di ispirarmi profondamente. Sono commosso nel sapere che questo è il nome che lei ha scelto per il suo pontificato». Con questa parole il Dalai Lama ha espresso il suo affetto personale a papa Bergoglio, sottolineando il suo «senso di gioia per la sua storica elezione come papa».

È una delle moltissime felicitazioni che sono giunte al nuovo papa da parte dei leaders di altre religioni, tutti particolarmente toccati dalla sua figura e dalla sua umiltà e semplicità.

«Che emozione! Voglio dire subito ‘bravi’ ai fratelli cristiani per l’elezione di papa Francesco», sono state le parole di Dalil Boubakeur, capo della moschea di Parigi, che ha apprezzato la scelta del nome «del santo di Assisi che scelse il dialogo con tutte le creature, anche con i musulmani». Anche dal Cairo sono arrivate le congratulazioni dal portavoce dei Fratelli Musulmani che esprime l’augurio che «il nuovo Papa sia più tollerante e più lungimirante del suo predecessore».

I rapporti fra islam e cristianesimo sono al centro dell’attenzione di molti rappresentanti del mondo islamico, in questi giorni post-elezione. Dall’Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, Slamet Effendy Yusuf, leader del Consiglio degli ulema del grande Paese asiatico, auspica una «sempre maggiore comprensione» fra i due mondi ed è sicuro che papa Bergoglio saprà capire la realtà musulmana «perché proviene da una nazione tuttora in fase di sviluppo. Spero che il nuovo papa – ha affermato il leader musulmano – […] promuova il dialogo [… aprendo] un nuovo capitolo nella storia delle relazioni fra musulmani e cattolici».

Ma anche in Italia rappresentanti dell’Islam si sono immediatamente rivolti a papa Francesco. La comunità religiosa islamica italiana (CO.RE.IS.), in data 15 marzo, ha diramato un comunicato stampa nel quale, fra l’altro si afferma: «Come musulmani desideriamo esprimere a tutti i cristiani cattolici, nostri fratelli di fede nel Dio Unico, le nostre più sentite felicitazioni per il rinnovamento di una funzione di guida per la Chiesa Cattolica, consapevoli della fondamentale importanza di una continuità nell’espressione di un’autorità spirituale per ogni comunità di credenti, soprattutto nei tempi di transizione ciclica che stiamo tutti vivendo».

Il comunicato dimostra come le prime parole di papa Francesco siano state particolarmente apprezzate. «Accogliamo l’appello alla fraternità espresso nelle prime parole del neo eletto papa Francesco, nella speranza che possa consolidarsi e realizzarsi un' autentica sintonia spirituale anche tra fedeli di diverse comunità religiose, augurandoci che il nuovo pontificato sia nel segno di una vera apertura e riconoscimento universale verso tutte le ortodossie che si fondano nella fede del Dio Unico».

La CO.RE.IS. ha, inoltre, voluto ricordare i contatti avuti anche con i predecessori sul soglio pontificio, in particolare in occasione della Giornata di Preghiera per la pace ad Assisi nel 1986. Non è sfuggita, e non poteva essere altrimenti in Italia, la profonda consonanza con Francesco d’Assisi non solo per la scelta del nome, ma per la sua santità e per la sua apertura ai rapporti fra Oriente ed Occidente.

In questi due giorni, parlando con alcuni ebrei, musulmani e buddhisti ho ricevuto congratulazioni calorose per la nomina di Francesco. Non si trattava di parole di circostanza, ma di un calore mosso dall’umiltà, semplicità e santità di questo uomo salito al soglio di Pietro, nel parlare di fraternità, comunione e necessità di proclamare Cristo.

Ed è quello che traspare anche da questo messaggio personale ricevuto dall’Imam Layachi, responsabile per il dialogo interreligioso e formazione del C.R.I.I. «Mercoledì sera – afferma – il mondo intero ha ricevuto una bella notizia quando il cardinale Tauran ha rotto l'attesa di milioni e milioni di fedeli annunciando l'Habemus Papam. In quegli istanti storici, il cuore in piena trepidazione pregava fiducioso per vedere affacciarsi da quella finestra illuminata di San Pietro una persona in grado di rassicurare il mondo e di dare speranza.

Il Signore ha evidentemente esaudito abbondantemente le preghiere dei fedeli di ogni religione e ha donato all'umanità un'altro Francesco che dalle sue prime parole ha dato prova di grande saggezza e santità:  grande fratellanza, preghiera, fiducia!! Colpisce molto la sua modestia sincera, la sua voce tenera e paterna, il suo inchino e il suo silenzio per 30 secondi: sembravano accarezzare le ferite di questo pianeta e chiedere l'aiuto di chi ha nelle sue mani le redini dei cieli e della terra e la chiave di ogni cuore. Queste sono le qualità di un nuovo Francesco per un auspicabile futuro di pace tra gli uomini … Queste sono le doti necessarie per affrontare con serietà e empatia la sfida del dialogo ecumenico e interreligioso di cui oggi c'è estremo bisogno. Queste sono le virtù di Gesù, figlio di Maria, per iniziare un'era nuova all'insegna della carità e della sobrietà. Possa il rigore morale  con cui papa Francesco si è presentato al mondo diventare patrimonio comune e un esempio per tutti noi. Buon lavoro Santità!!».

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