Il Paganini di David Garrett
Genova festeggia il genio di Niccolò Paganini, il violinista del diavolo, nella settimana – fino al 22 febbraio – dedicata al maestro e quest’anno non solo con concerti, ma con un film. Si tratta de “Il violinista e il diavolo”, scritto e diretto da Bernard Rose – in uscita il 27 febbraio – e interpretato da una star contemporanea, che è musicista e violinista, cioè David Garrett.
Perfetto nell’impersonare un grande talento, ma anche un implacabile donnaiolo, un giocatore d’azzardo, insomma un peccatore, per dirla con il linguaggio ottocentesco di una Londra che, quando l’accoglie, oscilla tra delirio delle fan – come oggi per le rockstar – e cortei di donne puritane. Paganini è un mostro di bravura ed ha un successo mondiale, anche perché il suo agente-medico-infermiere-factotum è il diavolo in persona nelle sembianze del signor Urbani, cioè un perfido Jared Harris.
Unico raggio di luce è la dolce Charlotte, una soave Andrea Deck, “segno della grazia divina” che Urbani però fa di tutto per togliergli.
Tra palazzi, vicoli malfamati e teatri la musica vibra con un pathos e un ritmo straordinario – è la vita nel suo fulgore e nel suo canto – ed è la parte più bella del film, che Garret impersona con entusiasmo e partecipazione fisica credibile.
Naturalmente non ci si deve attendere una ricostruzione storica esatta, ma come – su un altro piano – l’Amadeus di Forman che ha fatto scuola, si tratta di un racconto romanzato e molto televisivo di due ore, che ha il compito di sedurre lo spettatore con la musica e l’eccentricità di Paganini, vera rockstar di allora – quindi eccessi, droghe e la sifilide, come oggi l’Aids –, come ha detto Garrett presentandosi alla stampa prima del film, suonando con il suo violino il Capriccio n. 24 del divino Niccolò.
Lo stesso Garrett che stasera, a Genova al Carlo Felice, suonerà con l’orchestra del teatro diretta da Johannes Wildner.