Il paese delle farfalle
Se capitasse oggi a Bordano, cittadina friulana non lontana dalla sponda destra del Tagliamento, la vispa Teresa della nostra infanzia non saprebbe quale gentil farfalletta inseguire tra le centinaia di esemplari che svolazzano in libertà nella loro casa al centro dell’abitato: un vero e proprio museo vivente con oltre quattrocento specie di ogni colore, dimensione e provenienza, una vera festa per gli occhi. All’interno di una grande serra articolata in tre giardini sapientemente ricreati – amazzonico, afro-tropicale e indo-australiano – si possono seguire tutti gli stadi di sviluppo di questi insetti, da uovo a bruco, da crisalide a farfalla; osservare le differenze tra quelle diurne e le notturne; e rendersi conto dal vivo di alcuni esempi di trucchi per la sopravvivenza e di colorazioni utili per difendersi sia in maniera attiva e sia col mimetismo. Un esempio ben riuscito di come si possa coniugare il benessere di queste fragili e affascinanti creature (pavees o pavèis le chiamano in friulano) alle esigenze scientifiche e didattiche. In questo regno verde in miniatura, bambini accompagnati da genitori e nonni vanno scoprendo incantati, forse per la prima volta, quanto sia più bello ammirarle (senza possederle) mentre intrecciano i loro voli aggraziati e vellutati, riposano fra la lussureggiante vegetazione o, radunate sulle corolle sgargianti di grandi fiori finti – i cosiddetti bar delle farfalle -, si ristorano a nettari zuccherini. Qui si impara, fra l’altro, il ruolo determinante delle farfalle nell’impollinazione dei fiori e, dato che in molte regioni del globo vanno scomparendo a causa dell’inquinamento atmosferico, dei fertilizzanti e dello sfruttamento intensivo dell’agricoltura, ne risulta un severo monito per la tutela dell’ambiente al cui vertice sta proprio l’uomo. Bordano non è il primo santuario di questi insetti al mondo, e forse neanche il primo in Italia. Ma come mai proprio in questa cittadina, risorta dal disastroso terremoto del 1976 in forme tutto sommato anonime? Non conservando più alcuna testimonianza storico-artistica del suo passato, a differenza di Gemona e Venzone, Bordano ha saputo ricostruirsi una identità valorizzando le farfalle che nella tarda primavera prosperano a migliaia sul vicino monte San Simeone e nel suo territorio. Anzi, ha fatto di esse il proprio simbolo. Non per niente – e forse è questa una peculiarità del luogo – i moderni edifici sono per la maggior parte decorati da vivacissimi murales, opera di artisti di vari Paesi che ogni anno convergono qui per sbizzarrirsi su questo tema. Ecco perché Bordano è ora nota anche all’estero come il paese delle farfalle.