Il padre
«Oggi è la festa del papà, eppure mi sembra che questa società sia orfana del padre o, se c’è, sembra incapace di dialogare con i figli. Lei cosa ne pensa?».
Michela – Latina
C’è un bel libro di uno psicoterapeuta dal titolo Il padre: l’assente inaccettabile, ove viene sempre più evidenziata la mancanza del padre come punto di riferimento non solo per la famiglia, ma anche per la comunità, per la Chiesa e per la società. Siamo passati dalla società patriarcale del primo Novecento fino ai giorni nostri ove pare che faccia molta fatica a trovare un suo spazio ed un suo ruolo.
È ormai luogo comune sentire lamentele circa la mancanza di valori, l’assenza di regole, le difficoltà di condotta dei figli, la maleducazione sempre più evidente soprattutto in televisione. Cosa sono questi fatti se non lo specchio di una crisi che investe tutto e tutti?
Questo vuoto e smarrimento era stato previsto anche da molti filosofi, fra i quali spicca l’analisi lucida di Nietzsche, quando aveva indicato l’arrivo di un mondo in cui la norma e la regola avrebbero ceduto il passo al caos e alla volontà di potenza degli istinti e delle emozioni. E che oggi il mondo sia spesso dominato da una sfrenata corsa al piacere emozionale e istintivo, lo constatiamo guardando anche alle nuove malattie psichiche come la dipendenza da gioco, le manie ossessive nello shopping e le schiavitù da Internet.
Del resto, questa stessa analisi viene riportata in modo mirabile anche dal papa nella sua enciclica Spe Salvi, indicando il vuoto e lo smarrimento che la società prova a causa dell’assenza dell’autorevolezza del padre.
E allora cosa fare? Iniziative come una maggior presenza in famiglia, maggior formazione e interesse in campo educativo e scolastico, fino ad un ruolo più attivo nelle relazioni con la moglie, con i figli, soprattutto nell’ambito scolastico, confermerebbero come il padre possa e debba entrare sempre più in rapporto con sé stesso e con la società per trovare un nuovo e più autentico modo di essere padre e marito.
Mi preme sottolineare una realtà che mi sembra ben evidenziata dal papa, nella seconda parte della sua enciclica quando parla della speranza. Il padre è la realtà, la norma, l’autorevolezza, la forza che porta alla speranza, che sostiene, che innalza verso valori più alti. Il padre è la spiritualità ricca del pathos e dell’etica. E la scena più alta del padre è racchiusa nella parabola del figliol prodigo, quando, smarritosi il figlio, il padre va «tutti i giorni sul campanile per vedere se il figlio torna». Occorre questo ritorno, non per una nostalgia, ma perché il padre farà del figlio un principe, più di prima che partisse.
acetiezio@iol.it