Il NYT propone una donna presidente della Repubblica

La stampa internazionale punta i riflettori sulle elezioni del capo dello Stato italiano. Dal New York Times a Liberation al Financial Times  suggerimenti, analisi e qualche sferzata
Testate stampa estere

«Lost in stagnation» (“Perso nella stagnazione”): è questa la definizione che dà dell'Italia il quotidiano londinese Financial Times – noto per le sue critiche particolarmente pungenti – citando il celebre film Lost in translation, dopo il tentativo fallito di eleggere il presidente della Repubblica al primo turno. In un lunghissimo reportage, il giornalista Guy Dinmore parte dall'Abruzzo per analizzare come «le rovine de L'Aquila sono l'emblema della disperazione di una nazione paralizzata dal torpore politico ed economico»: dopo aver descritto le condizioni in cui ancora versa la città, e raccolto i commenti di una popolazione che si sente abbandonata, Dinmore passa a considerare come «una serie di statistiche prova il profondo arretramento dell'Italia per otto semestri consecutivi di recessione, la più lunga dal dopoguerra: solo la Grecia spende meno per l'istruzione, i carcerati sono ammassati in 140 dentro a celle comuni costruite per 100, e ancor più ammassati sono i pendolari nei treni». Accostamenti forse azzardati, ma inevitabile conseguenza del fatto che «i partiti politici sono in caduta libera»: per questo «il presidente della Repubblica, in tempo di crisi, è ben più che una figura simbolica, come ha dimostrato Napolitano con la nomina di Monti».

Il New York Times, invece, ne approfitta per rilanciare l'idea che «è tempo di eleggere una donna, per la prima volta in una società maschilista come quella italiana: e sembrerebbe esserci anche il consenso dell'opinione pubblica». Tuttavia, osserva la corrispondente da Roma, «c'è un consenso ancora più forte sul fatto che tutto ciò non interessi alla politica: […] Michela Marzano, del Pd, ha ammesso che “è chiaro che ci sono altri ragionamenti che prevalgono al di là di quello del genere. L'Italia deve ancora maturare”». Ulteriore conferma sia della frattura tra cittadini e classe politica, che dei dati del Gender Gap Index (che misura la differenza tra la condizione maschile e quella femminile) secondo cui «l'Italia è 80ma su 135 Paesi, sei posizioni più in basso di due anni fa».

Il francese Libération, che titola «Due turni e zero presidenti», dedica invece un editoriale a «Beppe Grillo e la sfida alla sinistra». Secondo il corrispondente da Roma Eric Joszef, il leader dei 5 Stelle «ha costretto Bersani a sostenere un candidato insieme a Berlusconi»: il che si sarebbe tradotto in un «meccanismo di autodistruzione», a tutto vantaggio sia di Grillo che del PdL.

E sulla possibilità che alla fin fine sia proprio il Cavaliere il famoso terzo a godere tra gli altri due litiganti si sofferma El Paìs, dato che «Bersani si è confermato il signore delle vittorie insufficienti, e, quel che è peggio, si è trasformato di nuovo nel pallone di ossigeno di cui ha bisogno Berlusconi per continuare a maneggiare a suo piacimento la politica italiana». Sferzate di fronte a cui le proteste della base Pd, con alcuni militanti – ricorda il quotidiano madrileno – che hanno bruciato la tessera di partito davanti a Montecitorio, appaiono gentili buffetti sulle guance.

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