Il Natale della cicala e della formica

La formichina Gilda aveva lavorato tutta l’estate e ora nel suo formicaio, nell’angolo di una grotta, assaporava il calduccio emanato dal bue che ruminava presso la mangiatoia.
“Sono fortunata” pensava, “non come la cicala Lilla, che ha solo cantato e non avrà niente da mangiare”.
In quel momento qualcuno entrò nella grotta con un asinello e in fretta sistemava della paglia sul terreno. Gilda pensò: “Ora vado a riposare, quei due non sono un pericolo per il formicaio!” Ma aveva appena voltato le zampe, che sentì un pianto bambino
“Che succede stanotte? La donna ha dato alla luce un Bambino!”
Quando le altre formiche accorsero, una luce si diffuse nella grotta e le cose che accaddero dopo lasciarono… senza antenne tutti gli insetti.
“Qui deve essere accaduto qualcosa di straordinario!” si dicevano.
Gilda guardava il Bimbo fra le braccia della Mamma e sentiva i suoi occhietti scuri su di sé.
TOC, TOC, TOC! Chi bussava alla porta del formicaio?
“Sono la cicala Lilla, ho freddo e fame.”
“Proprio tu. E cosa hai fatto tutta l’estate?” chiese Gilda.
“Ho cantato”.
“Hai cantato? Allora continua a cantare!” E chiuse malamente la porta.
Poi si voltò, incrociò lo sguardo del Bambino: era sorridente e guardava ancora proprio lei.
Allora le tremarono tutte le sei zampette, tornò alla porta e chiamò:
“Lilla, Lilla! Scaldati e mangia qualcosa!”
Lilla entrò e sospirò un debole grazie.
“Rimettiti in sesto, c’è del lavoro da fare, cara Lilla! Portiamo del cibo a quei poveretti. Tu potresti anche cantare per loro…”
Lilla abbracciò la formica, facendola ruzzolare. Gilda così riuscì a nascondere la sua commozione.
Quando i pastori entrarono nella grotta, si inginocchiarono accanto a Gesù e sentirono il concerto della cicala Lilla, che cantava una ninna nanna per il Re del mondo. Poi, stupiti, si accorsero che il Bimbo indicava qualcosa con la manina: era il corteo delle mille formichine che portavano semini e briciole ai santi genitori di Gesù.