Il Movimento 5 stelle al bivio
La notizia della scomparsa di Gian Roberto Casaleggio è avvenuta lo stesso giorno in cui si è concluso l’iter della riforma costituzionale alla Camera con le opposizioni rimaste fuori dall’aula. Un segnale delle fratture presenti in Parlamento e che sono destinate a manifestarsi ancor più vivamente in vista del referendum costituzionale previsto a ottobre. Su questi fatti di attualità abbiamo sentito Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’unità in Italia. Il Mppu promuove tutte le forme di partecipazione diretta e il dialogo, come sta avvenendo in questi ultimi giorni con la proposta di momenti di confronto sul referendum del 17 aprile relativo alle trivellazioni in mare.
La scomparsa di Casaleggio avviene in un momento cruciale del M5S con il distacco progressivo annunciato da Beppe Grillo. Qual è stata l’intuizione originale di questo imprenditore che si è impegnato nella costruzione di un nuovo soggetto politico?
«Mi sembra di poter dire che Casaleggio aveva capito che la politica passa per una nuova linea di contatto: sopra abbiamo i partiti spesso lontani dai cittadini e con infiltrazione di corrotti e sotto chi sente di non contare nulla e si organizza e fa sentire la propria voce attraverso una intelligenza collettiva, quella della Rete. Si tratta della sperimentazione di una forma di democrazia diretta digitale con ancora diverse contraddizioni. Il merito del M5S è stato quello di trasformare indignazione e frustrazione in rappresentanza politica nelle istituzioni piuttosto che in violenza fisica nelle piazze. Ovviamente, la nostra idea di democrazia partecipativa e deliberativa si basa sulla fraternità che rifugge anche dalla violenza verbale. Ora il M5S, con Grillo che ha fatto un passo di lato, togliendo finalmente il nome dal simbolo, per non essere uno dei tanti partiti personali, è di fronte a un bivio: democrazia partecipativa con un vero congresso democratico per la leadership, sia pure attraverso Rete, o populismo antisistema».
La totale diversità dal sistema rivendicata dal M5S come si è incontrata finora con il Mppu che propone la via difficile ma necessaria della fraternità dentro le contraddizioni e gli ideali dell'impegno politico?
«Anche noi siamo estranei, come movimento di cittadini attivi, espressione della società civile organizzata, al sistema della cosiddetta partitocrazia, come il M5S. E siamo entrambi trasversali. Pur non essendo il Mppu un partito, ma solo un movimento di cultura politica nuova, ispirata alla fraternità universale, ci siamo incontrati su certi contenuti per il bene comune nell’agenda parlamentare: azzardo, povertà, giovani, microcredito e lavoro.
I nostri laboratori di ascolto reciproco e condivisione tra destra, centro e sinistra hanno accolto volentieri chi si sente di andare oltre le ideologie del Novecento, come il M5S. Sono per noi, come il Pd, Ncd, Fi, Sel, Democrazia solidale, Lega nord e altri, candidati all’unità con una vocazione storica ben precisa di rinnovamento del sistema politico, di onestà e di lotta alla corruzione. Il movimento creato da Casaleggio e Grillo aiuta, con una inflessibile opposizione, i partiti di governo a espellere i corrotti o gli affaristi vicini alle lobby».
Che rapporti avete avuto finora con il M5S?
«Il Movimento politico per l’unità ha avuto modo di incontrare diversi parlamentari del M5S nei 20 laboratori intergruppo svoltisi a Montecitorio a partire dal 2013: On. Di Maio, Vacca, Baroni, sen. Catalfo, Endrizzi e altri. Con loro abbiamo condiviso battaglie importanti come quella contro il gioco d’azzardo, ottenendo il ritiro della delega fiscale e il divieto parziale di pubblicità. Esprimiamo al loro movimento profondo cordoglio per la perdita del cofondatore Gian Roberto Casaleggio, personaggio visionario e geniale. Egli ha contribuito a cambiare la forma partito e quindi la storia della Repubblica fondando, con Beppe Grillo, il M5S».