Il morto di Vaprio d’Adda e qualche eccesso di troppo
Primo eccesso, per mancanza di sicurezza: i troppi furti nelle case delle famiglie di Vaprio d’Adda, Francesco Sicignano era alla quarta infrazione di ladri nella sua villetta.
Secondo eccesso, per paura: ammazzare un ladro disarmato sparando semplicemente a un’ombra scorta nel corridoio.
Terzo eccesso, tutto politico: Matteo Salvini che dice di non essere dispiaciuto più di tanto della morte del rapinatore.
Quarto eccesso, tutto mediatico: il pensionato e i suoi familiari sorridenti che salutano dal balcone le poche decine di persone riunitesi per solidarietà sotto casa sua, a benificio delle telecamere.
Quinto eccesso, ancora mediatico: le aperture e le prime pagine dedicate a un episodio che dovrebbe essere derubricato a cronaca locale. Ma il sangue tira su l’audience. La foto di quel saluto dal balcone è impudica come quella del piccolo migrante morto sulla spiaggia di Bodrum.
La morte va rispettata, altrimenti non si rispetta più nemmeno la vita. Vita e morte sono “sacre”, vanno preservate dal ghigno beffardo.