Il mondo reale di Gianni Berengo Gardin

A Roma, al Palazzo delle Esposizioni, fino al 28 agosto, "Vera fotografia. Reportage, immagini, incontri"
teatro

«Quando fotografo amo spostarmi, muovermi. Non dico danzare come faceva Cartier-Bresson, ma insomma cerco anch’io di non essere molto visibile. Se devo raccontare una storia, cerco sempre di partire dall’esterno: mostrare dov’è e com’è fatto un paese, entrare nelle strade, poi nei negozi, nelle case e fotografare gli oggetti. Il filo è quello; si tratta di un percorso logico, normale, buono per scoprire un villaggio, ma anche una città, una nazione. Buono per conoscere l’uomo».

È indubbiamente il fotografo che più di ogni altro ha raccontato il nostro tempo e il nostro Paese in questi ultimi cinquant’anni. Fotografo di documentazione sempre. A tutto tondo e completamente. La vita e il lavoro di Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930), costituiscono questa scelta di campo chiara e definita: il ruolo di visione consapevole della realtà che una “vera fotografia” può offrire. E Vera fotografiatimbro apposto dallo stesso autore sul retro delle foto come a ribadire che le sue immagini sono vere e non frutto di manipolazioni – è il titolo della importante antologica in corso al Palazzo delle Esposizioni di Roma, mostra che ripercorre la carriera di questo grande fotografo che ha sempre scelto, prediligendo il bianco e nero, di essere testimone della realtà che lo circonda.

 

Essere fotografi per Berengo Gardin significa, infatti, assumere il ruolo di osservatore e scegliere un atteggiamento di ascolto partecipe di fronte alla realtà, come hanno fatto i grandi autori di documentazione del Novecento. In questi anni, del resto, l’autore è stato sempre in prima linea nel raccontare quello che doveva essere cambiato, quel che doveva essere celebrato. Con la sua macchina fotografica si è concentrato a lungo soprattutto sull’Italia prediligendo il mondo del lavoro, la sua fisionomia, i suoi cambiamenti; quindi sulla condizione della donna, osservata da nord a sud, cogliendo le sue rinunce, le aspettative, la sua emancipazione; o sul mondo a parte degli zingari, dedicando molto tempo, molto amore e molti libri. E diverse sono le sezioni della mostra, intrecciate tra loro, che enucleano le sue tematicheVenezia, Milano, Il mondo del lavoro, Manicomi, Zingari, La protesta, Il racconto dell’Italia, Ritratti, Figure in primo piano, La casa e il mondo, Dai paesaggi alle grandi navi. In quest’ultima sezione Berengo Gardin immortala le Grandi Navi davanti a Venezia denunciando l’invadenza provocata dalle navi da crociera di passaggio davanti a quella che fu la città dei Dogi. Alle 250 fotografie si alternano 24 immagini, in grande formato, accompagnate da commenti d’autore, un omaggio a Berengo Gardin da parte di amici registi, fotografi, giornalisti, architetti, artisti e scrittori.

“Vera fotografia. Reportage, immagini, incontri”, organizzata da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con Contrasto e Fondazione Forma per la Fotografia. A Roma, Palazzo delle Esposizioni, fino al 28 agosto 2016. Catalogo Contrasto.

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