Il mondo in tasca
Nonne e Pc La signora Giustina ha compiuto da poco 77 anni. Dopo una vita intensa, passata a fianco del figlio non autosufficiente, adesso è sola, improvvisamente senza qualcuno da servire e per cui lottare. La signora Giustina è toscana e dalle sue parti c’è un paese, Pieve Santo Stefano, dove in un museo pubblico vengono conservati i diari che arrivano da ogni parte d’Italia. Per non perdere la sua esperienza, che potrebbe essere utile ad altri, la signora ha deciso di trascrivere in bella copia gli appunti e le riflessioni di 40 anni, per poi spedirli al museo. Ha provato prima con la vecchia macchina da scrivere, ma è stato subito evidente che non era il caso di continuare così. L’altro figlio allora le ha montato sulla scrivania un oggetto un po’ ingombrante, un computer personale (Pc), e le ha spiegato come usarlo. Non è stato facile entrare in quel mondo un po’ astruso, ma la forte motivazione ha superato tutti gli ostacoli e il diario sta ora cominciando a prendere forma. Digitale. Per la signora Luciana, invece, scrivere con il computer ha un’altra funzione: è il mezzo suggerito dal suo medico per combattere l’avanzata dell’Alzheimer e tenere impegnata la mente. Anche in questo caso è stata la figlia ad insegnarle come usare questo strumento per scrivere lettere al figlio lontano. Secondo le statistiche, i due esempi riportati sono quasi isolati. Sarà per motivi culturali, o per stanchezza, o perché è più bello giocare con i nipotini, o semplicemente perché nessuno glielo insegna; fatto sta che sono ben poche le persone oltre i 65 anni che usano il computer (1). Il che è una perdita non solo per loro, ma anche per la società, che si priva di parte del loro prezioso contributo alla vita sociale e culturale… Michelangelo a 80 anni disegnava la cupola di San Pietro. Per recuperare all’utilizzo di Internet e delle tecnologie più moderne una grossa fetta di popolazione oggi esclusa, specialmente anziana, si è pensato allora di sfruttare un apparecchio già presente in ogni casa e che chiunque sa utilizzare tramite il telecomando, la tv. Per dare nuova vita a questo apparecchio, serve una scatoletta aggiuntiva, il famoso decoder, che senza muoverci di casa promette di farci ricevere servizi che normalmente richiedono la fila agli sportelli, come prenotare un posto agli asili comunali, pagare una bolletta o un conto corrente, richiedere e ricevere un certificato. Potremo anche interagire con i programmi tele- visivi, come quiz o sondaggi, passando quindi da una ricezione passiva del programma, ad una partecipazione attiva. Sento le obiezioni di qualche lettore: così la gente non si muoverà più di casa, invece bisogna uscire e socializzare, specialmente ad una certa età. In più potremmo essere controllati, schedati, truffati e soprattutto influenzati, elettronicamente. Critiche sensate, e previdenti, che considerano gli inevitabili effetti collaterali negativi che ogni tecnologia si porta dietro, effetti su cui essere vigilanti. Ragazzi e play station Per i giovani, e non solo per loro, invece, l’ultima proposta tecnologica è la play station in grado di comunicare senza cavi, quindi piccola, portatile e personale. Più in generale si parla di tecnologia mobile: significa concentrare nel cellulare o nella play station personale tante funzionalità, da Internet alla tv al lettore di musica (MP3) alla visione di un film, fruibili finora in compagnia della famiglia nel salotto di casa. Insomma il mondo in tasca. E questo se da una parte potenzia questi strumenti, li rende sempre più simili tra di loro e ne aumenta la comodità di utilizzo dentro e fuori casa, dall’altra rende più difficile il compito di quei genitori che cercano di ridurre la solitudine dei propri figli davanti alle nuove tecnologie. Non ci sono solo i giochi violenti o la pubblicità personalizzata che potranno ricevere sul telefonino, pubblicità che al suo target primario, i giovani, impone non prodotti ma stili di vita, possibilmente trasgressivi in modo da colpire l’attenzione. Mi riferisco anche ad altri effetti collaterali come i lucrosi affari che i gestori di cellulari già prevedono per i prossimi mesi, in questo caso senza farsi troppa pubblicità: con i nuovi telefonini Umts che permettono la trasmissione di immagini di qualità, infatti, è possibile scaricare a pagamento video porno e altro materiale erotico. In pratica buona parte della spazzatura che già intasa Internet potrebbe essere trasferita sui cellulari. Non si scappa, il progredire delle tecnologie di comunicazione impone un uguale progresso nella maturità dei singoli, giovani e no, e della società nel suo complesso; speriamo solo di non dover aspettare un secolo prima di generare anticorpi degni del nostro essere uomini. Per ora ci dobbiamo accontentare del codice di condotta per la protezione dei minorenni firmato dai quattro operatori di telefonia, codice che prevede, se l’intestatario della scheda telefonica non risulta maggiorenne, la necessità di digitare un codice Pin affidato ai genitori. Anche il nostro corpo interessa alla tecnologia per le comunicazioni: in particolare la nostra pelle, che può fare da conduttore dei segnali elettrici tra il telefonino in tasca e l’auricolare nell’orecchio, senza fili. Se il nostro corpo può essere usato come conduttore, nulla vieterà, in futuro, di scambiarsi messaggi e documenti semplicemente con una stretta di mano o, come ha già ipotizzato qualcuno, mentre ci si dà un bacio. Sono in arrivo richieste di brevetto per i sistemi che utilizzano vestiti e corpo umano per trasmettere dati. Brevetti a parte, il pericolo è soprattutto culturale: tanto più il nostro corpo diventa sfruttabile dal punto di vista elettronico, tanto più viene naturale considerarlo un oggetto e quindi dargli un valore, un costo, di brevetto o pubblicitario che sia. Un mondo a più livelli novità ci siamo noi, utenti e consumatori, che tutti, a parole, vogliono servire e fare star meglio. Ma che nessuno ha interpellato in anticipo. Saremo dunque presto tutti più felici? Lo sapremo presto. Quando si parla di comunicazioni, però, non possiamo limitarci a sottolineare i vantaggi o i rischi dell’ultima novità, guardando solo al fatto contingente. Dobbiamo discriminare tra l’enorme rumore di fondo, stare attenti ai segni dei tempi, al trend più generale. Se volessimo schematizzare il mondo intorno a noi, potremmo dire che è fatto a livelli: mettendo in qualche modo in rapporto tra loro gli elementi di un livello si passa al livello superiore. La cosa buffa è che ogni volta viene fuori qualcosa di completamente inaspettato, superiore alla somma degli elementi componenti: per esempio i quark collegati tra loro formano un protone con proprietà che i quark non hanno. Il protone è in grado, se si unisce a neutroni ed elettroni, di formare un atomo, l’elemento fondamentale della chimica e degli elementi naturali. Atomi collegati tra loro formano le molecole e queste le cellule, mattoni alla base della vita di piante e animali. E così i vari organi che si uniscono a comporre quella meraviglia che è il corpo umano. Sembra che nella storia dell’universo la regola sia sempre mettere in rapporto, per fare un salto di qualità, far emergere proprietà nuove, superiori alla somma dei singoli componenti. Anche noi uomini facciamo parte di questo universo, quindi questa regola ci riguarda; ed è per questo che quelle della comunicazione non sono tecnologie come tutte le altre. Sarà interessante in futuro scoprire cosa succede man mano che aumentano le possibilità di comunicazione tra noi, esseri intelligenti. L’unità della razza umana non è e non sarà solo questione di tecnologie: richiederà intelligenza, tempo, fantasia, coraggio e soprattutto amore. Ma se non ci vediamo, o ascoltiamo, o entriamo in qualche modo in contatto è più difficile. Come ci ricordava anche papa Wojtyla, la scienza tecnica, diretta alla trasformazione del mondo, si giustifica in base al servizio che reca all’uomo e all’umanità(2). Dunque benvenute tecnologie della comunicazione. Nel frattempo nonna Giustina ha chiesto al figlio se è facile connettere ad Internet il suo computer! Cns, decoder e altre novità Cns. La Carta nazionale dei servizi (Cns) è una carta a microprocessore (chip), emessa da una pubblica amministrazione (regione, ministero, comune, camera di commercio, ente pubblico ecc.) ed inviata a casa del cittadino, gratuitamente. È personale e, quando arriva, contiene già stampate sul davanti alcune informazioni anagrafiche come nome, cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale, ecc. Sul retro, invece, possono essere presenti alcuni dati che servono in caso di necessità di assistenza sanitaria in Europa. La Cns può valere infatti come tessera europea di assicurazione malattia, e anche come tessera sanitaria italiana in sostituzione del tesserino cartaceo. Sulla carta c’è la banda magnetica, una striscia nera come nel bancomat, che contiene alcune informazioni sul titolare. Infine c’è il chip, il quadratino dorato che contiene in formato elettronico tutte le informazioni anagrafiche (nome, cognome, luogo e data di nascita, Asl e medico di famiglia, parenti da contattare in caso di bisogno, esenzioni dal ticket, ecc.) e sanitarie (malattie principali, allergie, terapie e medicine in corso di assunzione). Alcune di queste informazioni sono già precaricate nella Cns al momento dell’arrivo a casa; altre, come quelle sanitarie, possono essere caricate dal medico di famiglia se il cittadino lo richiede. Le informazioni sanitarie sono utili soprattutto in caso di emergenza: il medico del pronto soccorso infatti può leggere queste informazioni e tenerne conto anche se il paziente è in stato di incoscienza. Il chip contiene anche un certificato che viene rilasciato da una delle autorità di certificazione iscritte al registro nazionale del Cnipa (Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione), e serve per essere riconosciuti ed autenticati in rete, quando si richiedono i servizi. Decoder. È piccolo e intelligente come un computer, ma con una grande differenza: i programmi (software) che lo fanno funzionare non vengono gestiti dall’utente, ma inviati direttamente dalla centrale all’apparecchio. Un po’ come il telefono di casa che funziona anche quando cade la corrente perché alimentato direttamente dalla centrale. Le reti televisive che trasmettono le partite sul digitale terrestre possono, per esempio, aggiornare direttamente il software contenuto nel nostro decoder, che può quindi evolvere nelle sue funzionalità in modo semplice e sicuro, anche se non controllabile dall’utente. Quasi tutti i decoder della attuale generazione hanno anche la fessura per introdurre la smart card, cioè la carta (intelligente) con il microcomputer dorato. Finora abbiamo utilizzato le carte prepagate per vedere le partite, ma presto potremo inserire nella fessura un altro tipo di carta, la Carta nazionale dei servizi (Cns), la nostra chiave personale per dialogare in rete con la pubblica amministrazione. Bisogna collegare il decoder con la presa dell’antenna, il telefono e il televisore, inserire nella fessura la Cns e, tramite il telecomando, digitare le cifre del codice segreto (Pin), come facciamo per il bancomat: in questo modo veniamo identificati in rete e riceviamo i servizi. Presto i nuovi televisori avranno i decoder incorporati, ma soprattutto spariranno i fastidiosi fili che ingombrano le nostre case. Niente cavi significa non doversi più preoccupare delle prese che mancano sempre nei luoghi necessari: un’unica scatoletta (ma quante scatolette!) smisterà in casa messaggi di tutti i tipi senza bisogno di fili. Scontri planetari. Il computer personale (Pc) diventa vecchio in poco tempo, è costoso e soprattutto complicato, in quanto richiede una manutenzione continua, sia come hardware (il ferro), sia come software (i programmi). È estremamente potente, anche troppo: se consideriamo per esempio il programma di scrittura dei testi, ci saranno cento funzioni, ma un normale utente di solito ne conosce e utilizza a malapena il 5 per cento. In più rischia continuamente di essere infettato da qualche virus, e comunque, quando qualcosa non va e non si sa cosa fare, la soluzione più semplice rimane ancora spengere tutto e riaccendere sperando che funzioni. Potrebbe cambiare le cose in modo forse imprevedibile uno scontro che si annuncia planetario: Cina, Corea e Giappone sembra si siano alleate per sviluppare un sistema operativo per computer indipendente da quello dell’americana Microsoft, considerato troppo costoso e vincolante dal punto di vista dell’indipendenza commerciale e della sicurezza. Il nuovo sistema operativo sarà probabilmente basato su Linux e altro software cosiddetto open source, che può cioè essere distribuito e modificato liberamente e gratuitamente in rete.