Il mondo di Tim Burton
Avete visto Edward mani di forbice con un giovane Johnny Depp (1990) e Il mistero di Sleepy Hollow, sempre con Depp del 1999?. Perfetti a dire la genialità di un regista che mescola le sue carte con fantasy, horror, curiosità, magia, avventura e misteri: insomma, un creativo folle, per bambini non troppo bambini e per adulti. Scioccante, spesso. Talora con cadute nel commerciale elegante come La fabbrica di cioccolato (2005) e Alice in Wonderland, del 2010, Depp onnipresente.
Il fatto è che Tim Burton segue la fantasia e questa non sempre lo assiste, qualche volta si prende un po’ di riposo. Ma quando ritorna e si accende, il nostro rinnova le antiche sorprese. Ed ecco allora Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, liberissimo adattamento dal bestseller mondiale di Ramson Riggs, edito in Italia da Rizzoli. Il ragazzo Jake non è capito in casa: ha un nonno magnifico (Terence Stamp) che gli racconta di un luogo popolato da bambini con facoltà straordinarie, ma i genitori non sono troppo d’accordo. Credono che il nonno sia un po’ folle e che l’adolescente abbia bisogno di una psicologa, come succede. Ma il luogo esiste per davvero, in un’isola del Galles.
Così il padre, un uomo egoista e disattento, porta il figlio dagli Usa in Inghilterra per farlo guarire. Ma Jake incontra i ragazzi speciali guidati dall’esigente Miss Peregrine (una formidabile Eva Green, perfetta nel ruolo di una Mary Poppins dark) ed entra nel loro mondo, fermo al 1943. Naturalmente, ci saranno cattivissimi mostri, guidati dal solito scienziato pazzo, che sono a caccia degli occhi dei ragazzi per poter ridiventare umani e quindi la guerra si fa sostenuta, con un ritmo da blockbuster.
Però Burton stavolta è furbo e non permette al suo film di diventare commerciale. Perché, come sempre esso è una metafora della vita, con un pizzico autobiografico. Il film è dedicato ai ragazzi dotati ma incompresi in casa da genitori superficiali – meglio i nonni che hanno spesso la libertà vera – e li induce, come fa Miss Peregrine a sognare, a lottare per esprimere il loro talento, qualunque esso sia.
Ovviamente, nel mondo di Burton il talento è stravagante – chi vola, chi fa fuoco, chi è invisibile -, e chi sogna vive in un mondo di magia. Così le notti lunari bellissime, le foreste incantate, le case pullulanti di esseri strani vanno bene al lato inventivo del regista che ama far volare la fantasia liberamente.
Aggiungendovi quel tocco horror che fa bene, perchè scuote e ci fa sentire vivi. Proprio come succede al timido Jake (Asa Butterfield, quello di Hugo Cabret di Scorsese)che non ha paura dei mostri e del loro capo cattivo (Samuel L.Jackson), perché ha imparato ad essere sé stesso e a vedere il mondo con altri occhi. Un richiamo a non perdere l’incanto nella vita?
Cast stellare, ci sono anche Judi Dench e Rupert Everett, suspence giusta, effetti speciali non ingombranti, e aria onirica. E’ bello il mondo surreale e dolce di Tim Burton, con i brividi che mantengono svegli.