Il mondo di Jonas
Sex tape – Finiti in rete
Cameron Diaz e Jason Segel sono una coppia con due figli, sposati da dieci anni. Per rinfrescare la passione, si producono in un video hot che dovrebbe rimanere tra loro, ma l’incauto Jason scorda di cancellarlo e il tutto finisce in rete, con una serie di avventure tragicomiche che dovrebbero far ridere. Ci riescono in parte, ma la commedia è un po’ stiracchiata e la battute talvolta prevedibili. Cameron ce la mette tutta, in ogni senso, ma il sopra-le-righe (quei ragazzini supersvegli!) diverte fino a un certo punto, anche se le gags non mancano (lui alle prese col cane lupo). L’insieme corre alla ricerca del video da distruggere e la commedia così diventa una rincorsa verso una soluzione finale piuttosto scontata. Il cine made in Usa qualche volta perde colpi….
The Giver – Il mondo di Jonas
Nel futuro, in una società in bianco e nero, dove tutti stanno bene, ma non hanno sentimenti, accadono però cose terribili: vecchi e bimbi deformi sono eliminati, le famiglie standardizzate, la vita controllata in modo che non ci siano emozioni, la memoria del passato cancellata.
Jonas, sedici anni (Alexander Skatsgard, già visto in Maleficent come Principe Azzurro), deve diventare Custode della memoria: imparerà a sue spese cosa significhi e rischierà la vita per ridare la memoria alla sua gente e con essa il colore, il desiderio, il dolore, ma anche l’amore. Uno dei lati migliori del film è infatti questo: la mancanza di amore genera il gelo nei rapporti e nella società. Ben girato, con sequenze da thriller, effetti speciali godibili e attori in forma – c’è anche una algida Meryl Streep – il film (nella foto un fotogramma) diretto da Phillip Noyce e tratto dal best –seller di Lois Lowrly, conquista per la sua verità essenziale e diventa una metafora non tanto lontana del nostro mondo attuale.
Necropolis la città dei morti
In una Parigi catacombale, la squadra di giovani esploratori, capitanata da una inflessibile e fanatica archeologa, molto sicura di sé, si trova invece a scoprire identità sotterranee per nulla piacevoli. Si muore e a fatica si resta vivi. A metà strada tra il fanta-thriller e l’horror, il film diretto da John Erick Dowdle ricalca schemi noti, usa effetti speciali immaginifici e spaventosi – fino a un certo punto – ed ancora una volta insinua la passione per il mistero dell’aldilà, rifacendosi addirittura al finale dell’Inferno dantesco (la capriola conclusiva…), ma senza impennate particolari.
Barbecue
Éric Lavaine firma un lavoro imperniato attorno agli uomini e alle donne in crisi a cinquant’anni. Lo fa con la grazia che evita il macchiettismo becero italiano e si scatena in battute, sorrisetti maliziosi e crudeltà sopraffine reciproche. Lambert Wilson è il protagonista Antoine, affascinante, che disegna le belle donne, ma durante una maratona lo prende un infarto e qui si scatena l’avventura tutta da vedere. Soprattutto si mette in crisi un modo di vivere piccino e si riscopre la voglia di amicizia e di compagnia. Da vedere per rilassarsi e pensare.
Ancora in sala:
The look of silence: arrivato da Venezia sulle stragi indonesiane, formidabile.
Delivery Man: storiella di un archivista donatore di seme che si scopre padre di 553 bambini: ironia sconcertante e furbetta.
I nostri ragazzi, arriva da Venezia il bel film di Ivano De Matteo: due famiglie borghesi scoprono le cattiverie nascoste dei figli adolescenti: denunciarli o coprire? Una tragedia della coscienza con attori straordinari (Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Locascio).