Il mondo di Arthur Newman
Riddick
Il gigantesco e supermuscoloso Van Diesel produce (non da solo) e interpreta il filmone dove lui, superguerriero e supericercato, è stato abbandonato in un pianeta rosso popolato da creature voraci e mostruose. Se la cava comunque, ma arrivano i cattivi mercenari a scovarlo, ed è lotta senza quartiere. Con la faccia da buono, nonostante il doppiaggio gli dia una voce possente e roca, il guerriero salva sé stesso ed anche i nemici… ma le sorprese non sono finite. Avvincente per chi ama il genere avventuroso-spaziale, con effetti speciali fascinosi – è il caso di dirlo – e sangue crudele a volontà, la grande favola del terzo millennio eroico fila che è un piacere, e si preannuncia il quarto film della serie (questo è il terzo). Scritto e diretto da David Twohy.
Il mondo di Arthur Newman
Colin Firth, attore di forte personalità, e Emily Blunt in una favola romantica che però ha molte aderenze con la realtà. Lui è Wallace, divorziato, stanco della vita, in conflitto col figlio e insoddisfatto della sua vita sentimentale. Cambia città, vita, e identità. Lavora come professionista di golf. Incontra lei, Michaela, e i due lentamente si svelano l’uno all’altra. Delicato, gentile e profondo, il film sulla crisi d’identità fa pensare, raccontando con semplicità e coerenza un tratto di vita. I due protagonisti sono bravissimi a reinventare sé stessi, anche perché la sceneggiatura di Becky Johnston è scorrevole e la regia di Dante Ariola equilibrata.