Il mondo dei diritti
Prof. Palini, in un clima di guerra come quello attuale, quali sono i diritti più minacciati? «Lo scoppio di una guerra oggi rappresenta innanzitutto il fallimento del diritto internazionale, che chiedeva alle Nazioni Unite di risolvere le crisi evitando il ricorso alle armi e comunque riponeva nelle Nazioni Unite ogni decisione in merito ad un eventuale, possibile conflitto. Il diritto internazionale viene messo in crisi da ogni guerra che scoppia, in quanto tale evento sta a significare che non si è riusciti a risolvere determinati problemi con la politica e con la diplomazia. «Ogni guerra poi viene a violare il fondamentale diritto di ogni popolo alla pace e alla sopravvivenza: nelle crisi internazionali deve prevalere la forza della legge non la legge della forza, la logica del diritto non la logica delle armi. «Certo, la Comunità internazionale ha il diritto di proteggere la libertà e la sicurezza dei vari paesi, disarmando chi vuole uccidere e chi vuole la guerra. Il problema però è quello di raggiungere tale obiettivo con mezzi proporzionati. E la guerra non è un mezzo proporzionato. La guerra è la sconfitta della politica. È il sonno della ragione». Esistono solo diritti umani individuali, o anche altre categorie di diritti? «Uno dei padri della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il francese René Cassin, che la illustrò all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha suddiviso i diritti umani anzitutto nei diritti della persona, che comprendono il diritto alla vita, alla libertà, all’uguaglianza, alla sicurezza ecc; poi nei diritti dell’individuo nei suoi rapporti con i gruppi sociali ai quali partecipa; il diritto alla riservatezza della vita familiare, alla libertà di movimento all’interno dello stato nazionale o all’esterno, il diritto ad avere una nazionalità, il diritto di proprietà, di libertà religiosa. “Un terzo gruppo è quello dei diritti politici, quali la libertà di pensiero e di riunione, il diritto di voto ecc. E infine vi sono i diritti che si esercitano nel campo economico e sociale: diritto al lavoro e ad un’equa retribuzione, diritto al riposo, all’assistenza sanitaria… “I diritti umani si basano sulla “dignità inerente” a tutte le persone. Tale dignità, e il diritto alla libertà e all’uguaglianza che ne derivano, sono inalienabili. Lo stato cioè li deve solo riconoscere e promuovere, in quanto il loro fondamento è nella natura stessa dell’uomo”. Esistono specifici diritti dei bambini e dei ragazzi, e in quali modi oggi sono violati? “La condizione dei bambini non ha trovato delle risposte esaurienti nella Dichiarazione Onu del 1948 in quanto l’infanzia presenta delle proprie peculiarità non assimilabili alla situazione degli adulti. “Serviva pertanto un pronunciamento più organico e specifico. Questo testo, che è vincolante per gli stati che l’hanno sottoscritto, è la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, adottata all’unanimità dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. “Questa Convenzione è importante perché passa dalle semplici dichiarazioni di princìpi, che investono esclusivamente ambiti etico-culturali, ad impegni più precisi per gli stati che vi aderiscono. La Convenzione afferma che i bambini sono soggetti di diritto, non meramente oggetto di preoccupazione o beneficiari di servizi. Tale documento poi indica la famiglia come nucleo fondamentale della società, ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi componenti, ed in particolare dei bambini. “La Convenzione, che estende il termine infanzia fino ai 18 anni e pertanto si rivolge espressamente non solo ai bambini ma a tutti i minori, considera sempre il bambino e il ragazzo nell’ambito del nucleo familiare e riconosce loro il diritto all’uguaglianza; il diritto alla sicurezza sociale e ad un livello di vita tale da permetterne lo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale; il diritto alla libertà di espressione e di comunicazione; il diritto all’istruzione; il diritto al gioco, allo sport, al riposo e allo svago; il diritto alla religione; il diritto ad essere protetto contro ogni forma di discriminazione e di sfruttamento”. Nonostante questo documento sia stato sottoscritto da pressoché tutti i paesi del mondo, non le sembra che i diritti dei bambini vengono ancora oggi gravemente e diffusamente violati? “Nel mondo occidentale, tra i diritti dei bambini, quello più violato è certamente il diritto alla vita. Nel nostro paese, ad esempio, vi sono ancora circa 140 mila aborti legali ogni anno. E ciò lede gravemente il sacrosanto diritto alla vita di ogni essere umano concepito. La vita è un valore oggettivo, è la base indiscussa di ogni diritto. Il diritto alla vita è dunque il primo e più importante diritto umano, eppure è forse quello oggi più disatteso e dimenticato. Basti ri- cordare il fatto che in gran parte dei paesi del mondo sono state approvate legislazioni che prevedono l’aborto, ossia la soppressione del bambino concepito. Con la legalizzazione dell’aborto è accaduto, come ha scritto Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium vitae, che quello che era un delitto è diventato un diritto. “Nei paesi poveri del Sud del mondo la condizione dei bambini conosce una costante violazione del diritto alla vita, del diritto all’istruzione e all’educazione, del diritto all’alimentazione e degli altri diritti fondamentali”. E quali sono i diritti meno riconosciuti oggi, quelli ai quali prestare maggiore attenzione e impegno? “Certamente i diritti dei popoli, considerati la nuova frontiera dei diritti umani. Già nello Statuto delle Nazioni Unite, accanto ai diritti dell’uomo, si parlava dei diritti dei popoli, anche se allora il riferimento era prevalentemente al processo di decolonizzazione ancora in atto. “Oggi, nel quadro dei sempre più ampi fenomeni di mondializzazione e globalizzazione, si va prendendo più precisa coscienza del fatto che interi popoli sono minacciati dalle guerre, dal sottosviluppo, dalla distruzione della propria cultura e del proprio ambiente. Da qui l’emergere sempre più netto e chiaro del concetto di diritti dei popoli e della necessità di definirli in modo preciso. Comunque già ora, nei vari documenti internazionali, si trovano affermati, anche se in modo non sistematico e organico, determinati importanti diritti propri di tutti i popoli, come la libertà dalla miseria e dal bisogno, reclamata a gran voce da tutti i paesi del Sud del mondo, e la libertà dal timore della guerra e delle varie forme di persecuzione. “Nel quadro di un auspicato nuovo ordine economico e politico internazionale, i diritti dei popoli, dai contenuti ancora incerti nonostante il loro progressivo emergere e il loro sempre più frequente collegamento con i diritti individuali, dovrebbero poter trovare una più precisa e riconosciuta cittadinanza”.