Il mobbing
«Torno al lavoro dopo una breve malattia e mi trovo senza mansioni e senza scrivania. Esiste una legge sul mobbing?».
Lettera firmata - Roma
«Torno al lavoro dopo una breve malattia e mi trovo senza mansioni e senza scrivania. Esiste una legge sul mobbing?».
Lettera firmata – Roma
I diritti di cittadinanza non si perdono o restano sospesi varcando il portone dell’ufficio. Neanche in tempi di crisi economica. Secondo cifre sottostimate (Ispesl), il fenomeno dei comportamenti vessatori sui luoghi di lavoro riguarderebbe il sei per cento della popolazione attiva, cioè un milione e mezzo di persone. Un modo per disfarsi del personale non gradito inducendolo ad ammalarsi seriamente e rassegnare le dimissioni. I danni alla salute psichica e fisica rientrano tra le malattie professionali dell’Inail.
Esistono solo alcune proposte di legge sul tema, che ipotizzano l’azione immediata di interruzione del comportamento lesivo da parte di superiori e colleghi, ma le norme civili e penali già esistenti permettono la condanna degli abusi e il risarcimento dei danni, come confermano molte sentenze. Resta evidente la fragilità che vive il singolo di fronte a un attacco sistematico che proviene dall’alto. Nelle organizzazioni malate predomina la paura se non la solidarietà prestata al persecutore e allora scatta il senso di colpa, la vergogna, la paura di parlarne con familiari e amici per la perdita di dignità che si subisce.
L’errore da evitare è quello di cedere a gesti impulsivi. Per questo occorre avere l’umiltà di chiedere aiuto a persone di fiducia e trovare assieme strutture capaci di offrire sostegno concreto, anche di fronte alle possibili ritorsioni. Sportelli anti-mobbing esistono presso le Asl e rientrano tra le consulenze offerte dai sindacati. Ad esempio, quello del patronato Inas Cisl. Resta la sfida di saper coltivare una resistenza interiore di fronte agli abusi. Sono altresì di aiuto letture liberanti come Uno psicologo nei lager di Viktor Frankl (Ares).