Il messaggio di Borgo Pantano
Borgo Pantano è una tranquilla località della campagna laziale a pochi chilometri da Civitavecchia. Dal 15 marzo 2005 la sua parrocchia dedicata a sant’Agostino – una semplice chiesetta immersa nel verde – è stata eretta a santuario mariano col titolo di Madonna delle lacrime ed è meta ogni anno di migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Oggetto di tanta devozione, che ha mutato radicalmente la vita del Borgo, è una statuetta di gesso della Vergine alta 42 centimetri, custodita in una teca all’interno della chiesetta. Vent’anni or sono – dal 2 febbraio al 15 marzo 1995 – questo comune prodotto di artigianato appartenente ad una famiglia della parrocchia, i Gregori, che l’avevano collocata in una nicchia nel giardino di casa, ha suscitato scalpore per un fenomeno che chiunque poteva costatare: lacrimava sangue. L’ultimo di questi episodi avvenne – sempre davanti a testimoni – mentre la statuetta era tra le mani dell’allora vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, mons. Girolamo Grillo, inizialmente scettico.
Oltre a versare lacrime, durante questo ventennio la Vergine stessa sarebbe apparsa più volte a Fabio e Anna Maria Gregori, e ai figli Jessica e David, lasciando loro 91 messaggi da divulgare fra tutti, mentre due erano indirizzati soltanto al vescovo e al papa. Dal 1995 ad oggi, tuttavia, la Madonna ha continuato a farsi presente a questa famiglia, che dal 2002 si è accresciuta di un altro membro: Manuel Maria. Presente in modo speciale a Jessica, oggi sposa e madre a sua volta di un bambino.
Va anche detto che presso i Gregori esiste un’altra statuetta identica a quella conservata nel santuario: fu loro regalata da papa Wojtyla, forse come personale incoraggiamento per le tante traversie affrontate in tutta questa vicenda che li ha visti sotti i riflettori, sempre però in piena obbedienza alle indicazioni dei successori di mons. Grillo (accusati di truffa e associazione a delinquere, sono stati poi assolti con formula piena). Altro fatto inspiegabile: a partire dall’epoca del dono, in certe occasioni, questa seconda immagine trasuda un olio profumato. Il noto mariologo Stefano De Fiores ha così commentato ambedue i fenomeni: «Al sangue della prima Madonnina si accompagna dunque l’olio della seconda, l’uno segno della Passione, l’altro dell’effusione dello Spirito Santo».
Anche se la Chiesa non si è ancora pronunciata ufficialmente sulla veridicità di questa mariofania, ha tuttavia riconosciuto il culto all’immagine grazie ai frutti spirituali e di conversione costatati a Borgo Pantano. Quanto ai messaggi, conformi a tanti altri che denotano la premura materna della Vergine per la Chiesa e l’umanità, essi riguardano la perdita della fede, gli scandali nella stessa Chiesa, minacce di guerra e altri pericoli incombenti, con una attenzione particolare alla famiglia (non a caso tutto è iniziato nell’ambito di una famiglia molto semplice e modesta, che in nulla si distingue da tante altre).
Ne parla Fabio Gregori, il capofamiglia, in una lunga intervista concessa al giornalista e scrittore Riccardo Caniato in occasione del ventennale delle lacrimazioni: è la sua risposta alle tante inesattezze circa i fatti accaduti riportate sui media in questi anni. Ne riporto un breve stralcio: «La Madonna si è rivolta da qui all’umanità intera, alla Chiesa e a quella porzione di Chiesa che è la famiglia, ponendo questo suo intervento nel solco del messaggio di Fatima. Ci ha messo in guardia che Satana è potente e vuole scatenare l’odio, quindi la guerra per distruggere l’umanità. E vuole raggiungere questo scopo, vuole abbattere la Chiesa di Dio, incominciando dalla piccola Chiesa domestica che è la famiglia, la culla della società. […] Gesù si è incarnato in una famiglia, Dio ha scelto questo luogo, questa forma di convivenza per venire a noi. Così è stabilito perché, come spiegava san Giovanni Paolo II, il noi umano costituito da un uomo e una donna aperti alla vita nella procreazione richiama il Noi divino della Trinità. […] le tenebre che oggi avvolgono la concezione dell’uomo mirano oggi a oscurare la dignità della persona, quindi la famiglia, dove l’individuo si forma e prende coscienza di sé. Attorno alla famiglia e alla vita si svolge la battaglia contro la dignità divina dell’uomo»*.
*L’articolo integrale “La profezia di Civitavecchia” è apparso sul mensile Studi Cattolici di giugno 2015.