Il mancato kamikaze che divenne monaco buddhista
Yusai Sukai era nato nel 1926 ad Osaka e, nel corso della guerra, era stato addestrato come kamikaze. Avrebbe dovuto compiere una missione suicida nel 1945. Ma quell’attacco non andò mai in porto. Nell’immediato dopo-guerra si dedicò agli studi e, successivamente, divenne venditore di noodles (gli spaghetti cinesi e giapponesi) nella città di Kyoto. Il 1965 segnò una svolta tragica nella sua vita. Morì la moglie, suicida, e il suo ristorante fu distrutto da un incendio. Fu in quel periodo che Yusai Sukai si accostò al buddhismo, che scelse come stile di vita, decidendo anche di diventare un monaco.
Il suo impegnò fu radicale e, per ben due volte nel corso degli anni, realizzò il Sennichi Kaiho Gyo, un pellegrinaggio proprio della tradizione giapponese che prevede un cammino di mille giorni da compiersi nell'arco di sette anni. Si tratta di una scelta impegnativa che richiede di camminare fra monti e valli fra le prefetture di Tokyo e Shiga. È previsto che, arrivato al settecentesimo giorno di pellegrinaggio, colui che lo compie si ritiri per 9 giorni in un luogo di culto, dove è obbligato a osservare un ferreo sciopero della fame e della sete, recitando per 100 mila volte lo stesso mantra. Questa impresa è riuscita solo a tre buddhisti della tradizione mahayana. Al completamento del pellegrinaggio, il fedele viene insignito del titolo Dai Ajari, che gli permetterà di entrare nel palazzo reale senza doversi togliere le scarpe come è previsto dalle regole del protocollo imperiale.
Yusai Sukai era, comunque, diventato famoso in ambito cattolico per aver spiegato il buddhismo a Giovanni Paolo II. Nel suo Paese, tuttavia, era molto conosciuto per i numerosi scritti sugli insegnamenti del buddhismo.
Il possibile kamikaze, diventato monaco, ha trascorso i suoi ultimi giorni nel tempio di Imuro Fudodo Chojuin, nella prefettura di Otsu. «Questi sforzi mi hanno fatto capire che la vita va sempre avanti e non finisce una volta raggiunto un obiettivo – ha dichiarato dopo aver ultimato il secondo pellegrinaggio – credo sia questo il tipo di insegnamento che il Buddha ci trasmette».