Il lusso è un diritto?
La frugalità a cui sono obbligati gli immigrati che arrivano nel nostro Paese insegna, anche agli italiani, l'importanza di ritrovare la semplicità
Qualcuno ha scritto su un muro, con lo spray, una simpatica frase: “Immigrati, per favore, non lasciateci soli con gli italiani”.
Sembra uno scherzo, ma in fondo cela alcune verità se la leggiamo secondo ciò che effettivamente tanti immigrati possono darci e non tanto secondo i profili politici, scandalistici, giudiziari o economici che in questi giorni ci fanno veramente venire la voglia di prendere le distanze dall’Italia. In effetti a forza di frequentare gli immigrati da poco arrivati tra noi e che ancora sono nei centri di accoglienza, si scopre uno stile di vita molto più semplice del nostro.
Sembrano quasi persone senza esigenze, se non quella dei documenti di soggiorno, di un cellulare (talvolta scadente) e di un qualunque lavoro anche semplice e umile (secondo i nostri parametri). Se dovessero avere qualche soldo, lo manderebbero immediatamente ai familiari rimasti a casa, cioè mogli e figli piccoli.
Questi immigrati infatti non hanno bisogno (nelle condizioni di emergenza in cui si trovano) di molti vestiti, di orologi griffati, di prodotti per la cura del corpo, automobili, attrezzi informatici, case per le vacanze. Anche il letto per dormire è secondario. La nostra vita, a confronto, appare complicatissima, appesantita da tante cose, inutili e costose, di cui potremmo fare a meno se fossimo più liberi e più motivati nelle scelte quotidiane.
Quindi ben venga questo incontro tra culture, tradizioni e abitudini anche lì dove serve a farci ritrovare una essenzialità di vita che abbiamo perso. Ne è prova uno slogan pubblicitario di questi ultimissimi giorni, che vuole convincerci che il lusso è un diritto. Per favore, immigrati, non lasciateci soli con gli italiani.