Il Lokpal anticorruzione diventa legge

Il parlamento indiano ha approvato dopo due anni di dibattiti e manifestazioni norme severe contro uno dei mali del Paese: un’agenzia di garanzia potrà controllare non solo i cittadini ma anche i politici e le cariche di governo
Manifesto contro la corruzione

Mercoledì il Lok Sabha, il parlamento indiano, ha approvato definitivamente il Lokpal bill, la legge anticorruzione che è stata oggetto di due anni di dibattiti e di manifestazioni popolari molto accese. Il disegno di legge, che ha visto varie fasi è stato ancora oggetto di forte opposizione da parte di due partiti popolari come il Samajwadi Party e lo Shiv Sena, che, per dimostrare la loro ferma opposizione al disegno di legge e alla sua approvazione, sono usciti dall’aula parlamentare prima della votazione finale.

La legge anticorruzione è richiesta da un paio d’anni da un vasto movimento popolare (ne ha parlato anche CN online in diverse occasioni), guidato ed animato dall’attivista Anna Hazare, capace di coagulare vaste fette della popolazione della più grande democrazia del mondo per dire ‘basta’ ad uno dei mali endemici del Paese: la corruzione che è penetrata come un virus in tutte le maglie della società e dell’amministrazione. A questo punto, dopo due anni di manifestazioni popolari spesso oceaniche, di scioperi della fame da parte di Hazare e di reazioni da parte di altre frange politiche e della popolazione, manca solo la ratifica del presidente, Pranab Mukherjee, perché il decreto diventi legge a tutti gli effetti.

Pur con limiti inevitabili in qualsiasi disegno di legge, la proposta presenta un passo molto importante, perché in India la corruzione possa essere, in qualche modo affrontata e, possibilmente, debellata nel giro di alcuni anni.

La novità centrale della proposta è quella che prevede la creazione di una Lokpal, un'agenzia di garanzia a livello centrale, sostenuta da una serie di Loyakulta (difensori civici) a livello statale. I membri della Lokpal saranno un presidente coadiuvato da un massimo di otto funzionari, di cui la metà sarà composta da giudici. Il restante 50% dovrà essere scelto tra dalit (Scheduled Caste), tribali (Scheduled Tribe), minoranze e donne. Una volta costituita, tale istituzione avrà il potere di supervisionare tutti i cittadini sospettati di corruzione, inclusi i politici, i membri del governo e il primo ministro. Proprio quest’ultima questione – la possibilità che amministratori e politici con cariche di governo possano essere oggetto di esame e di indagine – ha creato resistenze a livello di circoli politici, mentre da parte popolare ha rappresentato l’aspetto più apprezzato della proposta di legge.

La gente, infatti, mostra ormai una insofferenza totale ai ripetuti casi di corruzione da parte di partiti e politici. E una prova sono i risultati delle recenti elezioni amministrative in alcuni stati importanti. A Delhi, per esempio a vincere è stato proprio un partito, Aam Admi Party (Aap, Partito dell'uomo comune), che ha fatto della lotta contro la corruzione il suo cavallo di battaglia nella campagna elettorale.

Nel corso di questi due anni, nonostante le critiche che lo stesso Hazare si è meritato, oscillando fra l’essere il ‘nuovo Gandhi’ e la possibilità di aprire falle demagogiche nel tessuto socio-politico del paese, non solo la gente semplice, ma anche la classe media ha sostenuto sempre più questa proposta di legge. La classe media che negli ultimi 15 anni è cresciuta in India in ragione esponenziale, è costituita da persone istruite e da giovani, che hanno una formazione culturale, intellettuale e accademica: a volte in passato hanno dimostrato scarso interesse per la politica, ma adesso vogliono una rivoluzione. Nel Paese si sta formando una nuova generazione che vuole fare la sua parte e cambiare le cose.

Infine, è significativo uno dei punti chiave del decreto: la Lokpal avrà il compito di supervisionare anche società ed enti che raccolgono denaro pubblico, che ricevono fondi dall'estero e le cui entrate superano una soglia massima prestabilita.

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