Il limite condiviso

Sophia, la rivista dell’istituto universitario di Loppiano, approfondisce un tema transdisciplinare.

«Per passare dall’ascolto di idee ispirate dalle varie discipline alla produzione di un pensiero transdisciplinare occorre tempo, è necessario lavorare insieme, incontrarsi, per generare qualcosa di nuovo. Però credo che dobbiamo trovare il coraggio di osare di più». Parole piene di passione, pronunciate dal prof. Luca Crivelli a conclusione del seminario che, una volta all’anno, riunisce docenti e studenti dell’Istituto universitario Sophia (Ius), a Loppiano – Incisa Val d’Arno (Fi).
Queste parole  sono state pronunciate il 12 marzo 2011 in occasione del seminario: “Il limite tra riconoscimento e condivisione”. È un tema strategico. Ogni disciplina accademica, infatti, ha un ruolo prezioso per la crescita e la realizzazione delle potenzialità di sviluppo degli esseri umani e delle civiltà. Perciò nessuna può avanzare pretese di superiorità sulle altre, in quanto ciascuna è “un” punto di vista sulla realtà. Ogni disciplina, quindi, dovrà limitarsi per lasciare spazio alle altre. Ogni sapere è limitato; non solo in sé stesso, ma ancor più di fronte ad altri saperi. Proprio così, però, può avvenire il passaggio dal “riconoscimento” del limite alla sua “condivisione”.

È lo spirito che anima lo Ius: portare discipline differenti, e perfino eterogenee, non solo a prendere atto dell’esistenza le une delle altre, ma a dialogare. Ogni disciplina è coltivata da persone; e quando si dialoga in sincerità e apertura di cuore, anche il sapere comincia ad accendersi di nuovi colori. Tutto questo accade già nella vita quotidiana, nello scambio dei punti di vista che ciascuno ha sulla realtà. Similmente in ambito accademico: “interdisciplinarietà” è il termine che esprime questo dialogo in corso; mentre “transdisciplinarietà” indica gli spazi vitali nei quali ogni dialogo tra discipline si anima.

È sotto questa angolatura che lo Ius ha tenuto il seminario sul limite, di cui il numero 2/2011 della rivista Sophia pubblica gli atti. Questa rivista è l’espressione scientifica del progetto per il quale l’Istituto di Loppiano è nato. Si tratta, cioè, di guardare allo studio come apprendimento della vita. E alla vita come incarnazione di un particolare modo di studiare, che si alimenta di un continuo dialogo con le vite e gli studi di ciascuno.
Nell’ultimo numero, si parte dall’idea di limite in senso religioso (interventi di Coda e Rossé) per analizzarne poi il significato dal punto di vista delle scienze sperimentali (Rondinara) e della matematica (Povilus). Due saggi, a firma di Ferrara e Pelligra, trattano il rapporto tra limite e confine in ambito politico, e tra limite e interazioni umane. Bruni si concentra sul significato di limite in riferimento ai beni comuni; mentre Paglione e Callebaut lo affrontano in relazione al cosiddetto “paradigma del dono”, che occupa tante riflessioni della sociologia odierna.
Oltre agli atti del seminario, il fascicolo contiene le ricerche di due ex-studenti dello Ius (sul pensiero di Zanghì e sulla celeberrima Lettera VII di Platone), e un confronto tra più autorevoli voci (Granata, Repole, Donà, Fabris, Vitiello) sull’ultimo saggio di Coda: Dalla Trinità. L’avvento di Dio tra storia e profezia, che inaugura la collana “Per-corsi” dello Ius.

La rivista Sophia, certo, si presenta come un prodotto di non facile lettura per un lettore medio. Radicata nell’esperienza dello Ius, essa intende però perseguire il medesimo ideale per il quale Chiara Lubich, che dello Ius è fondatrice, ha speso sé stessa. Si tratta di quel «che tutti siano uno» (Gv 17,21) che, ormai da decenni, costituisce la ragione di vita di molti. Tra di essi, anche specialisti in varie discipline, che dedicano la propria professionalità e le proprie energie al progetto di dare spessore scientifico e dignità accademica a quella perla del Vangelo di Giovanni. Nella convinzione che «dobbiamo trovare il coraggio di osare di più».
 
Sophia
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