Il Lazio ricomincia da Z

Netta vittoria dell’esponente del centro-sinistra Nicola Zingaretti, che avrà davanti a sé cinque anni di lavoro e di indubbie difficoltà per rigenerare economia, moralità e partecipazione a partire anche dal dialogo con i Comuni
Luca Zingaretti

La metafora alfabetica ci presenta il difficile e impegnativo compito di risalita che attende Nicola Zingaretti, nuovo governatore del Lazio, per ridare credibilità e centralità ad una Regione che subisce, tra l’altro, una forte crisi di bilancio (soprattutto per i debiti della Sanità) e di moralità per le note vicende che vengono ironicamente imputate a “Batman”, punta in realtà di un iceberg più vasto.

Zingaretti ha vinto su Francesco Storace con oltre dieci punti percentuali assestandosi al 40,62%  sul 29,33% per l'esponente de La Destra che ha voluto, quando lo spoglio era ancora al 70% inviare un messaggio al suo avversario con un "Auguri per l'incarico".

L’onda anomala del Movimento 5 Stelle, con Davide Barillari, supera il 20% e promette fulmini e saette per le prossima tornata elettorale, il prossimo maggio, in cui i romani saranno chiamati ad eleggere il sindaco di Roma Capitale.

Zingaretti, a caldo, ha commentato: «Un bellissimo risultato, ma anche una grande responsabilità. Nel Lazio èpassato un messaggio importante, di fronte alla rabbia, alla scelta dell'astensionismo, ha vinto la buona politica, che governerà per cinque anni questa regione. E sarò il presidente di tutti». Nonostante una maggioranza notevole, Zingaretti si è detto interessato ad un proficuo dialogo con il vero vincitore di questa tornata elettorale il Movimento 5 stelle.

Nel corso delle primi dichiarazioni il neopresidente eletto ha messo come priorità il rientro del deficit sulla sanità, peso di non poco conto sulle finanze regionali. A breve mettere in atto il suo programma comporterà la riorganizzazione e la semplificazione della Regione, un rilancio dell’economia che preveda occupazione, specie giovanile. Parimenti occorrerà una politica di investimenti oculata, pensando alla crescita socio-economica delle persone, soprattutto le più “fragili” e disagiate. L’innovazione dei servizi di competenza regionale dovrà prestare attenzione anche ai comuni con cui il dialogo va tenuto aperto sul serio perché si tratta di importanti e insostituibili interlocutori della Regione, quelli più vicini alla gente.

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