Il Kurdistan iracheno, quale indipendenza ?

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Con l’entrata dei curdi a Kirkuk, già durante le prime fasi delle operazioni militari americane in Iraq, si determinò una svolta politica importante sulla questione curda, le cui conseguenze si stanno facendo sentire ora in tutta l’area. In Iraq, anzitutto, dove l’interpretazione del federalismo da parte dei curdi nella loro regione autonoma del Nord assomiglia sempre più a un’indipendenza di fatto, senza che ciò implichi necessariamente una secessione da Baghdad. Su The Economist, in un inserto speciale, si parla espressamente di presidente, di primo ministro, di assemblea del Kurdistan. Si tratta, in buona misura, di un indotto della decisione americana di invadere l’Iraq che, quattro anni dopo la caduta di Saddam, peraltro da nessuno rimpianto, non riesce ancora a trovare un assetto istituzionale condiviso e consensuale.Ma la questione curda viene da lontano e va ben al di là dei fattori contingenti che sembrano averla acuita recentemente. Ed è un problema che investe, in primo luogo, la confinante Turchia, che ha visto intensificarsi le reazioni para-militari del Pkk. È, questa, la principale forza di riferimento dei curdi indipendentisti, non estranea al ricorso a metodi violenti e terroristici per propugnare la causa di uno Stato curdo che corrisponda alla nazione curda. Nell’Iraq del Nord, il Pkk ha delle basi solide, che utilizza per compiere incursioni in stile guerriglia oltre il confine turco. Il governo Erdogan, forte della maggioranza parlamentare, recentemente ottenuta a seguito di elezioni politiche vinte con il 46,58 per cento dei voti, si è fatto autorizzare dallo stesso Parlamento a compiere azioni di polizia nell’Iraq del Nord, per combattere le formazioni terroristiche curde che vi si annidano. Operazione non priva di pericolose implicazioni, in quanto le iniziative di polizia internazionale rischiano di sfociare facilmente, in avventure politico-militari dalle conseguenze imprevedibili. La soluzione consisterebbe in una forte collaborazione del governo di Baghdad, che tuttavia non sembra averne la capacità e forse la possibilità politica, per contenere ed eliminare la minaccia per la Turchia. Gli statunitensi sono in grave imbarazzo, in quanto si trovano a dover mediare tra l’Iraq (ancora sotto occupazione militare Usa) e lo storico alleato turco, con cui tuttavia i rapporti si sono notevolmente complicati proprio a seguito dell’invasione dell’Iraq. Ecco perché, prima di fare guerre, che si dovrebbe sempre cercare di evitare, occorrerebbe quanto meno aver letto un certo numero di libri di storia.i

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