Il grido di dolore di una terra da salvaguardare

Il vescovo di Caserta, Giovanni D'Alise, ha elencato al pontefice i drammi che vivono i suoi fedeli: inquinamento, disoccupazione, corruzione e criminalità. Ma le persone, compresi gli immigrati che qui risiedono, non si abbattono e vogliono, anzi, contribuire alla rinascita del territorio
Papa Francesco a Caserta

Qualcuno, nel primo pomeriggio, dopo una mattinata di pioggia ininterrotta, ha temuto il peggio: che, cioè, i fedeli non accogliessero numerosi papa Francesco nella sua prima visita a Caserta. Certo, non erano mancati i coraggiosi che, sin dal mattino, e nonostante il maltempo, si erano posizionati a ridosso delle transenne, ma la grande piazza antistante la bellissima Reggia era ancora semivuota.

Un po' prima dell'arrivo del papa, però, è cambiato tutto e alla fine i numeri sono stati quelli dei grandi eventi: 200 giornalisti accreditati, 20 vescovi concelebranti con 200 sacerdoti e diaconi, 200 giovani volontari, 200mila persone strette in piazza e pronte anche ad una piccola, ma subito arginata, "invasione di campo" nell'area riservata alla stampa.

Dopo le 15, infatti, il sole è tornato a splendere, mentre a piedi e sulle biciclette, arrivavano numerosi i fedeli da tutta la regione, accolti dalle forze dell'ordine, dalla protezione civile e dai colorati venditori di gadget e bandierine con l'immagine del santo padre. Al suo arrivo in piazza Carlo III, una folla festante e colorata ha accolto Francesco, che ha ricambiato l'affetto percorrendo con la papamobile tutta la piazza, stringendo mani, baciando i bambini, confortando gli ammalati, salutando chi lo chiamava. Per accorrere da loro, Bergoglio ha lasciato i sacerdoti che aveva incontrato al suo arrivo, soffermandosi nel dialogo con loro, in particolare sulle modalità da seguire per essere vicini alla gente, nelle difficoltà quotidiane.

Organizzata in tutta fretta, come cornice ad un incontro privato col pastore Giovanni Traettino, che il papa incontrerà lunedì 28, la visita di Francesco a Caserta ha avuto comunque un sapore speciale per coloro che hanno partecipato alla messa che ha celebrato sant'Anna, patrona della città. Tra questi c'erano anche i rappresentanti del Movimento dei migranti e rifugiati, che hanno chiesto al papa un'udienza per camminare e costruire insieme "percorsi di difesa della vita e della dignità umana", come già accaduto con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Papa Francesco ha sottolineato l'importanza di seguire Gesù («è lui il tesoro nascosto e la perla di grande valore»), di accogliere, sul suo esempio, gli altri (anche stranieri e immigrati) e di amare i fratelli, impegnandosi a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l'ambiente e la natura. Il pontefice, inoltre, non ha perso l'occasione per ribadire, dopo la sospensione delle processioni in Calabria, l'importanza di vivere le feste patronali in maniera libera da ogni condizionamento, come «espressione pura della fede di un popolo che si riconosce famiglia di Dio e rinsalda i vincoli della fraternità e della solidarietà».

Francesco è stato accolto come l'uomo della speranza e a lui il vescovo di Caserta, Giovanni D'Alise, ha rivolto un messaggio che racchiude le sofferenze e i sogni di una popolazione che in questa occasione si è sentita "privilegiata, amata e confermata". «Caserta – ha affermato al termine della messa – è capoluogo di "Terra di lavoro", terra una volta posta nella splendida Campania Felix. Questa Campania non è più ubertosa come un tempo e neanche più Felix. Questa splendida terra è stata attaccata da più parti, sventrata e fatta deposito di rifiuti particolari provenienti dall'Italia e dall'Europa, che causano morti e disagi».

Accanto al problema delle discariche, c'è poi quello della disoccupazione. Una mancanza di lavoro, ha sottolineato il vescovo D'Alise, «che toglie il respiro, strappa la speranza e mortifica le nuove generazioni», un grave problema a cui si aggiungono anche criminalità e corruzione. Eppure, nonostante le tante difficoltà quotidiane, la popolazione non si abbattte, anzi, ha sottolineato il vescovo, «ha un grande desiderio di essere protagonista di una ripresa, soprattutto spirituale», sotto la guida del papa. Parole accolte con partecipazione dal pontefice, che ha successivamente salutato il cardinale Crescenzio Sepe. «Il cardinale arcivescovo di Napoli – ha detto con un sorriso il papa – mi ha detto che forse i napoletani sono un po' gelosi. Volevo rassicurarvi che entro quest'anno verrò sicuramente da voi».

L'ultimo saluto di Francesco ai casertani è stato un abbraccio dal cielo, con l'elicottero che ha girato in tondo sulla piazza prima di riportarlo a Roma. Lunedì il papa tornerà in città, con modalità da perfezionare, per consentire agli addetti alla sicurezza di poter controllare l'area dell'incontro con pastore Traettino.

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