Il giuramento di Obama, tra solennità e bizzarrie
Della serie, «io c'ero»: nell'epoca di Facebook e delle foto “taggate” – ossia con i nomi delle persone ritratte – è possibile farlo anche con le immagini della folla che ha assistito al giuramento pubblico di Obama. Il Washington Post le ha caricate sul suo sito, e chi – con molta pazienza – riesce ad individuarsi, può mettere una sorta di fumetto con il proprio nome. Anche questo, al giorno d'oggi, è un modo per passare alla storia. Per ora sono in 670 quelli che ce l'hanno fatta, su circa un milione che hanno presenziato: auguri.
Chi invece, pur essendo andato fino a Washington – un maratoneta è arrivato a piedi addirittura dal Maine – non è riuscito ad accaparrarsi un posto davanti al palco, può sempre consolarsi acquistando un pass della cerimonia come souvenir: a giudicare dalle foto postate su vari social network, non è stato difficile trovare chi li vendeva ad evento concluso.
Chi invece sta pensando ad una sfolgorante carriera politica, può iniziare ad esercitarsi “compilando” il proprio discorso inaugurale: il New York Times mette a disposizione un simpatico giochino, in cui è possibile selezionare frasi pronunciate dai presidenti del passato in questa occasione e farne una sorta di collage. Il divertimento sta nel fatto che soltanto alla fine si viene a sapere a chi appartengono quei pensieri: chi scrive è riuscito a mischiare capi di Stato assolutamente antitetici come Reagan e Roosevelt, ma tant'è, la coerenza totale non è di questo mondo.
I patiti dei quiz trovano invece sul Los Angeles Times il «Trivia Pursuit presidenziale»: da quale sia stato il primo presidente ad arrivare in macchina al giuramento, a quando questo è stato per la prima volta trasmesso in tv, potete testare la vostra preparazione in materia. Chi scrive ne ha azzeccata solo una su dieci, e vi avverte che non sono domande facili: ma se facessimo le stesse sui presidenti italiani, riusciremmo a fare di meglio?