Il Giro d’Italia 2024 entra nel vivo

Entra nel vivo la 107ª edizione del Giro d'Italia giunta già alla nona tappa e con delle belle speranze per i nostri azzurri
Lo sloveno Tadej Pogacar della Uae Team Emirates, 12 maggio 2024. ANSA/LUCA ZENNARO

Cala il sipario sulle prime 9 tappe della corsa rosa, da martedì il via alla decima e poi le ultime 11, fino ad arrivare nella capitale, dove i Fori Imperiali faranno da cornice all’incoronazione del vincitore della maglia rosa.

Giro d’Italia 2024: dominio di Pogačar da Superga alla capitale partenopea

Due cronometro, 6 tappe pianeggianti e 5 di montagna, questo il programma della 107ª edizione del Giro d’Italia che, giunta ormai quasi a metà, è partita da Torino il 4 maggio e prenderà il termine con la passerella finale nella capitale il 26 maggio. Giro che, quest’anno, prende il via nel 75° anniversario della tragedia che si portò via la squadra di calcio più forte di tutti i tempi, la Grande Torino. D’obbligo, quindi, il passaggio a Superga per omaggiare la squadra che lì perdeva la vita nel 1949. Ventuno le tappe previste dai 136 km di Venaria Reale – Torino ai 126 km a Roma, per un totale di 3321,2 km e 42.900 metri di dislivello complessivo in 3 settimane di corsa.

Delle tappe previste, 9 quelle già percorse e, nel giorno del primo riposo nel capoluogo campano, si possono già cominciare a tirare le somme di questa edizione. Leader indiscusso della maglia rosa al momento è Tadej Pogačar. Lo sloveno classe 1998, infatti, si trova al momento in testa con un vantaggio di oltre 2 minuti e mezzo – accumulati con le 3 vittorie di tappa – sul colombiano Daniel Felipe Martínez Poveda e quasi 3 minuti sull’inglese Geraint Thomas. Lo sloveno che, anche se ancora è presto dirlo, sembrerebbe il grande favorito per vincere il Trofeo Senza Fine e potrebbe succedere nell’albo d’oro a Primoz Rogliz, che oltre alla maglia rosa, detiene anche, con il doppio dei punti rispetto a Martínez Poveda – al momento secondo anche in questa classifica – la maglia azzurra. Pogačar, che corre per la UAE Team Emirates, alla sua prima partecipazione al giro, ha già raccolto un bel bottino con 3 vittorie nella seconda, settima e ottava tappa e un terzo posto nella prima. Insomma, super favorito e dominio assoluto, al momento, per lo sloveno.

Azzurri: pochi ma buoni

Passando in casa Italia, sono pochi gli azzurri al via da Venaria Reale il 4 maggio scorso: sui 176 ciclisti totali, solo 44 sono italiani. Un numero che mostra bene il momento di difficoltà del ciclismo nostrano, specie se si considera poi che ancora lo scorso anno erano 53 e che, peggio di così, negli ultimi anni, si è fatto solo nel 2018, quando gli azzurri erano 43. Dei numeri che di certo, sulla carta, non depongono a favore degli italiani, ma con questi azzurri, la carta non conta e ‒ così come previsto – già molti di loro sono riusciti a mettersi in mostra.

Tra i 44 azzurri, infatti, sono molti quelli da tenere d’occhio: il giovane Antonio Tiberi per un buon piazzamento in classifica generale; l’eterno Filippo Ganna, soprattutto nelle due cronometro; l’attuale leader della maglia ciclamino Jonathan Milan; un fantastico Domenico Pozzovivo che, a 40 anni, affronterà la sua ultima partecipazione alla corsa rosa, eguagliando il record di 18 partecipazioni alla corsa rosa insieme a Wladimiro Panizza e tanti altri, tra giovani e meno giovani, che potranno sicuramente battersi per le tappe.

Ad aprire le danze, tra gli azzurri, è Filippo Ganna che, già nella seconda tappa – la tappa di Oropa resa famosa dalla rimonta di Marco Pantani di ormai 25 anni fa – si piazza secondo, a soli 17 secondi dal vincitore Tadej Pogačar. Un secondo posto che va, però, stretto al medagliato olimpico che afferma che la tappa è stata “una giornata no”.

Dalla maglia del ciclamino al podio nella generale: tutte le speranze azzurre

A portare la prima vittoria a casa è, invece, due tappe dopo, Jonathan Milan. Il friulano classe 2000, dopo il secondo posto nella terza tappa, riesce nell’impresa nella tappa successiva. Nella Acqui Terme-Andora di 190 km, infatti, dopo aver incendiato la pista con Ganna e Consonni, Milan batte in volata Kaden Groves e Phil Bauhaus, rispettivamente secondo e terzo e porta la prima – e finora unica – vittoria in casa Italia. L’azzurro, che ottiene così la storica seconda vittoria al giro prima di compiere 24 anni, commenta così al suo arrivo:

«Sono emozionatissimo, proprio come quando ho vinto per la prima volta un anno fa. Inoltre, qua all’arrivo c’era la mia famiglia a vedermi. Il mio compagno di nazionale su pista Filippo Ganna ci ha dato del filo da torcere, ma il lavoro fatto dalla squadra, con un superlativo Simone Consonni, mi lascia senza parole».

Un Milan superlativo, leader della maglia del ciclamino che non ha intenzione di fermarsi qui, così come dimostra il secondo posto anche nell’ultima tappa, quella campana, dietro Kooij.

Tra i risultati degli altri azzurri, a ragione designati tra quelli da tenere sotto controllo, troviamo sicuramente Antonio Tiberi, il laziale, che cercherà di salire sul podio nella capitale e, al momento, sembra avere tutte le carte in regola per farlo. L’azzurro classe 2001, infatti, dopo un po’ di sfortuna nella seconda tappa, che gli ha fatto perdere molto tempo, si ritrova al sesto posto nella classifica generale, ad un minuto dal podio che sembra, però, alla sua portata. Subito dietro Tiberi, poi, l’altra nota lieta per il nostro ciclismo, è il bolognese Lorenzo Fortunato.

Insomma i ciclisti azzurri, in questa edizione della maglia rosa, saranno pure pochi ma più che buoni. E hanno ancora tanto da dimostrare.

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