Il giorno del dialogo
Oggi la beatificazione di Newman. Bilancio della prima parte del viaggio del Papa nel Regno Unito. Lo ha accolto una Londra multietnica e multi religiosa. Gli incontri con i leader religiosi e l’arcivescovo di Canterbury.
Ieri è stato il giorno del dialogo. Dell’incontro con la città di Londra, con i leader delle altre Religioni, con l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams e i vescovi anglicani. Papa Benedetto XVI ha lasciato una Scozia in festa, come mai si poteva immaginare. Sì, è andata bene. Forse oltre le aspettative a sentire le prime dichiarazioni rilasciate a caldo dai vescovi scozzesi.
In 70 mila lo hanno accolto al Bellahouston Park di Glasgow. A questa folla il papa ha affidato il messaggio che è al cuore di questo viaggio: dire in modo credibile a chi tenta di escludere il credo religioso dalla sfera pubblica, di presentarlo addirittura come una minaccia all’uguaglianza e alla libertà, che “la religione è in verità una garanzia di autentica libertà e rispetto, che ci porta a guardare ogni persona come un fratello od una sorella”.
Arrivato a Londra, il suo primo incontro è con gli studenti delle scuole cattoliche del Regno Unito. Sono in migliaia, ragazzi e ragazze, arrivati qui al St. Mary’s University College di Londra per salutarlo. Con canti, doni, grida di gioia. I loro volti sono il segno evidente di una società multietnica. A loro il papa non ha esitato di indicare la via della santità come la “cosa migliore che potete fare”. E’ il papa delle grandi sfide. Il Papa che non ha paura di puntare alla verità più intima dell’uomo. “La felicità – ha detto – è qualcosa che tutti desideriamo”. Ma “la vera felicità va cercata in Dio”.
La cosa incredibile è che quanto detto ai giovani, Benedetto XVI lo ha poi ripetuto ai leader delle religioni che ha incontrato subito dopo in un’altra ala del College londinese. Sembra esserci quindi un filo d’oro che unisce i vari incontri. Un filo che oltrepassa le diplomazie. E mentre alcuni stanno lì, in attesa di una parola, di una dichiarazione, di un evento, lui – sereno – va avanti.
L’incontro con i leader religiosi si svolge in un’atmosfera di profonda comunione. Ci sono il Rabbino Jonathan Sacks e il musulmano Kahled Azzam, grandi protagonisti degli eventi di dialogo. Sono loro a pronunciare gli indirizzi di saluto al Papa. Entrambi parlano dei grandi valori della vita e dell’esistenza umana. Valori che accomunano ovunque le genti di fede. Eccoli gli “uomini e le donne dello spirito”, ai quali è affidato il compito di una testimonianza spirituale “in un tempo nel quale le convinzioni religiose non sono sempre comprese o apprezzate”.
In 70 mila lo hanno accolto al Bellahouston Park di Glasgow. A questa folla il papa ha affidato il messaggio che è al cuore di questo viaggio: dire in modo credibile a chi tenta di escludere il credo religioso dalla sfera pubblica, di presentarlo addirittura come una minaccia all’uguaglianza e alla libertà, che “la religione è in verità una garanzia di autentica libertà e rispetto, che ci porta a guardare ogni persona come un fratello od una sorella”.
Arrivato a Londra, il suo primo incontro è con gli studenti delle scuole cattoliche del Regno Unito. Sono in migliaia, ragazzi e ragazze, arrivati qui al St. Mary’s University College di Londra per salutarlo. Con canti, doni, grida di gioia. I loro volti sono il segno evidente di una società multietnica. A loro il papa non ha esitato di indicare la via della santità come la “cosa migliore che potete fare”. E’ il papa delle grandi sfide. Il Papa che non ha paura di puntare alla verità più intima dell’uomo. “La felicità – ha detto – è qualcosa che tutti desideriamo”. Ma “la vera felicità va cercata in Dio”.
La cosa incredibile è che quanto detto ai giovani, Benedetto XVI lo ha poi ripetuto ai leader delle religioni che ha incontrato subito dopo in un’altra ala del College londinese. Sembra esserci quindi un filo d’oro che unisce i vari incontri. Un filo che oltrepassa le diplomazie. E mentre alcuni stanno lì, in attesa di una parola, di una dichiarazione, di un evento, lui – sereno – va avanti.
L’incontro con i leader religiosi si svolge in un’atmosfera di profonda comunione. Ci sono il Rabbino Jonathan Sacks e il musulmano Kahled Azzam, grandi protagonisti degli eventi di dialogo. Sono loro a pronunciare gli indirizzi di saluto al Papa. Entrambi parlano dei grandi valori della vita e dell’esistenza umana. Valori che accomunano ovunque le genti di fede. Eccoli gli “uomini e le donne dello spirito”, ai quali è affidato il compito di una testimonianza spirituale “in un tempo nel quale le convinzioni religiose non sono sempre comprese o apprezzate”.
Uomini e donne, tutti personalmente impegnati – ha detto il Papa – in un “viaggio” spirituale alla ricerca appassionata di “una risposta importante alla questione più importante di tutte, quella riguardante il significato ultimo dell’esistenza umana. La ricerca del sacro è la ricerca dell’unica cosa necessaria, l’unica a soddisfare le aspettative del cuore umano”.
Nel pomeriggio, il papa ha incontrato Rowan Williams, leader della Comunione anglicana. E’ la prima volta nella storia delle due Chiese che un Papa rende visita ad un arcivescovo di Canterbury nella sua residenza ufficiale di Londra, al Lambeth Palace.
Nel pomeriggio, il papa ha incontrato Rowan Williams, leader della Comunione anglicana. E’ la prima volta nella storia delle due Chiese che un Papa rende visita ad un arcivescovo di Canterbury nella sua residenza ufficiale di Londra, al Lambeth Palace.