Il gioco è bello se non si spende troppo

Gli italiani spendono oltre 80 miliardi di euro l'anno in lotterie, slot machine e giochi d'altro tipo. Eppure, la probabilità di vincita è una su 600 milioni. Come difendersi da messaggi sempre più persuasivi ed ingannevoli? Se ne parlerà anche al Fiuggi family festival
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Tutti amiamo giocare; fin da bambini il gioco è essenziale per la crescita umana. Man mano che si entra nel mondo degli adulti, il desiderio di giocare rimane, anche se assume modalità diverse. È un desiderio insito nel cuore dell’uomo, che lo aiuta in qualche modo a ritrovare l’ingenuità e l’innocenza dell’infanzia, per superare e combattere lo stress quotidiano.
 
Tutto sarebbe semplice, se non subentrassero i soliti furbi, che sanno sfruttare i desideri umani più giusti per fare quattrini. È un tema scottante ed attuale, di cui si parlerà anche al Fiuggi family festival (kermesse cinematografica dedicata alle famiglie), che si svolgerà dal 25 al 29 luglio, e che da anni mostra una particolare sensibilità su temi che coinvolgono anche la famiglia. I dati sull'argomento, del resto, sono allarmanti. Si sta passando, con ritmo vorticoso, dal gioco sano al gioco patologico, e sono ormai milioni le famiglie coinvolte.
 
Un approfondimento sull'argomento è stato fatto, qualche tempo fa, in occasione di un seminario preparatorio al festival, che si è svolto a Roma. Con il suo intervento, il prof. Maurizio Fiasco, sociologo della Consulta nazionale delle fondazioni antiusura, ha spalancato un panorama sconosciuto e allarmante. Si comincia comprando un semplice biglietto della lotteria; poi, stimolati da una perversa campagna pubblicitaria che mostra, come miraggi facilmente raggiungibili, ingenti somme di danaro, le persone più varie cadono nella dipendenza dal gioco, fino a spendere per questo buona parte dello stipendio e a dover ricorrere agli usurai per poter pagare debiti enormi.
 
In fondo siamo tutti un po’ creduloni; nel nostro inconscio rimane per sempre il desiderio della bacchetta magica che trasforma la zucca in carrozza dorata. Purtroppo questo, nella realtà, avviene solo a vantaggio di coloro che sanno ben sfruttare le debolezze umane e che portano nelle loro tasche carrozze piene di soldi, letteralmente rubati a ingenui giocatori. Gli esperti dicono che la probabilità di vincita in una lotteria, nel lotto, nelle scommesse, ecc., è una su 600.000.000; ma nessun messaggio televisivo lo dirà mai al disarmato telespettatore, che vede già i grassi premi promessi, direttamente recapitati al suo indirizzo.
 
Il messaggio al quale siamo quotidianamente sottoposti dai media è che più si gioca, più si hanno buone possibilità di vittoria; allora è buono giocare, è una cosa sana, divertente, rischiare è dei forti, dei coraggiosi… Trasmissioni, come “Affari Tuoi”, che tutte le sere, nella fascia oraria più seguita dagli italiani, tormentano le nostre famiglie, sottolineano lo stesso tipo di messaggio, inculcando l’idea che ci si può arricchire anche senza particolare abilità, solo tentando la sorte. Anche la dipendenza dalle slot machine si sta diffondendo a macchia d’olio, così come si aprono sempre nuove sale da gioco, botteghe per le scommesse, ecc.
 
Nel 1992 gli italiani hanno speso per il gioco circa sei miliardi e nel 1999 circa 18; attualmente le cifre sono da capogiro, si parla di 80-90 miliardi. Nonostante la crisi economica, anzi proprio per la crisi, si cade più facilmente nel bisogno compulsivo di giocare e, sempre più frequentemente, gli psicologi devono curare le ludopatie. Si comincia a sospettare che dietro ai giochi d’azzardo di massa, preparati a livello industriale, ci siano nuove forme di criminalità organizzata. Si pensi al semplice gioco di “gratta e vinci”, che veicola miliardi nelle tasche di sconosciuti, subdoli imprenditori. Il grave è che manca una legge che regolarizzi il gioco industriale.
 
Il seminario – nel quale sono intervenuti, tra gli altri, con vivacità e autorevolezza, la responsabile del Fff, Antonella Bevere Astrei, gli onorevoli Renato Mosella ed Eugenia Rocella, il conduttore televisivo Carlo Conti – ha sottolineato l’urgenza di educare a una visione critica dei media, a distinguere il gioco sano dal gioco aleatorio, di sostenere e formare le famiglie in un contesto storico problematico, come quello attuale. Si è poi lanciata la nuova edizione del Fiuggi family festival che sarà una splendida occasione per le famiglie e per tutti coloro che desiderano coniugare il desiderio di “gioco” e di riposo con la creazione di una cultura nuova nel campo dei media, che metta al centro l’uomo e non il profitto.

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