Il giocattolo sospeso
Il centro commerciale è ovviamene affollatissimo, le vetrine sono coloratissime, scintillantissime… Eppure le persone sono di un anonimato sconcertante: gli sguardi persi a scrutare quasi famelicamente vetrine, scaffali, offerte; non c’è l’ombra di uno sguardo benevolo, calmo, gentile; anche da sotto la mascherina trapelano le espressioni tristi, frettolose, spesso spente.
Gli ampi corridoi del centro commerciale brulicano, gli enormi carrelli si vanno riempiendo di pacchi, panettoni, confezioni regalo. Siamo qui per un’iniziativa bella e stimolante: il Giocattolo sospeso, promossa dallo stesso supermercato in collaborazione con la parrocchia di un quartiere periferico molto povero e degradato. Un invito alla solidarietà in un tempo di festa: la raccolta di giocattoli per i bambini che in queste feste di Natale non possono riceverne, finalizzato proprio a donare loro un motivo di gioia e di festa.
All’ingresso con un volantino e tanta passione invitiamo i clienti ad aderire, ma i più passano oltre senza alcun cenno, qualcuno – rarissimo! – accetta di ascoltare per qualche secondo e poi entra… Accanto al nostro banchetto all’uscita delle casse, colorato e preparato con tanta cura, ci sono gli stand delle compagnie telefoniche, c’è chi ripara cellulari, chi vende materassi per il relax… anche loro – come noi – non sono molto frequentati; la gente passa avanti distratta, frettolosa, senza interesse.
Non voglio credere a quella sorta di corazza di insensibilità e di freddezza che sembra alzarsi dinanzi a me come un muro; voglio piuttosto pensare che in ognuno ci possano essere delle preoccupazioni, dei programmi, delle storie.
È il weekend che precede il Natale: ci sono le dispense da rifornire, i regali da concludere… sembra regnare una frenesia consumistica che, in verità, infonde un po’ di tristezza. È questo clima così stridente, così stonato rispetto al Natale che ci attende, che mi interpella profondamente, più del carrello vuoto che ‘grida’ accanto a noi. Qualcun altro lo riempirà… Sicuramente la generosità e la condivisione troveranno altre strade. Questa mattinata è servita a me… Credo di avere imparato molto.
Esco da questa iniziativa con un impegno: davanti a chiunque – per lavoro, per necessità, per volontariato, per generosità – si trova in situazioni simili non passerò mai oltre senza guardarli negli occhi, accennare un saluto, donare un sorriso e – se mi sarà possibile – anche tempo e attenzione.
Nel frattempo nel carrello hanno fatto la loro comparsa un peluche, una bambolina e alcune macchinine!! E c’è anche la sorpresa dell’Eterno Padre: proprio all’ultimo minuto, mentre stavamo per riordinare tutto e andare via, si avvicina una signora, all’apparenza dimessa, ma che subito si rivela interessata, concreta e con una proposta: vuole portare (lo farà nel pomeriggio) i giocattoli nuovi che non è riuscita a mandare ai suoi nipoti lontani e soprattutto vuole fare una donazione alla parrocchia delle Salicelle; addirittura ci chiede l’IBAN, ma appunto farà tutto nel pomeriggio e nel frattempo trova anche un amico della parrocchia col quale si accorda!!!
È proprio vero: l’Eterno Padre ha i suoi tempi, le sue strade e le sue sorprese!