Il Gino (Paoli) e l’Ornella (Vanoni) insieme per sempre
Una volta compiere ottant’anni significava l’aver raggiunto un traguardo straordinario; uno di quei momenti da festeggiare magari piegati dai rimpianti o dalle nostalgie, dalle glorie o dagli errori, comunque rimembrando il proprio vissuto. Oggi non è quasi più così: perché a volte ci sono ancora figli da mantenere o nipoti da accudire, sfizi da togliersi, nuovi progetti da rincorrere. Nello show-business, poi, è spesso un’occasione da non lasciarsi sfuggire, magari per rilanciarsi o comunque per ribadire al mondo d’essere tutt’altro che bolliti.
La settimana scorsa è toccato a Sophia Loren (era in Messico ad inaugurare una mostra a lei dedicata), ieri a Leonard Cohen (è appena uscito il suo nuovo album); oggi è il turno della Vanoni (per lei addirittura un triplo album antologico appena arrivato sui mercati e un film da girare a Roma), e domani toccherà al suo vecchio compare Gino Paoli (attuale presidente della Siae e da tempo in tour col pianista Danilo Rea), la prossima settimana toccherà alla Bardot…
Ma Gino e Ornella, fanno storia a sé. Anzi, insieme continuano a rappresentare un pezzo tutt’altro che irrilevante della nostra storia: con canzoni capaci d’attraversare il Tempo senza perdere lucentezza né lasciarsi appannare dall’incalzare di sempre nuove mode o da certe traversie private che contrappuntano molti sodalizi; specie quelli – come nel loro caso – dove s’aggrovigliano carriere e sentimenti.
Nessuno dei due dà l’impressione d’aver perso la grinta degli anni scapigliati; i loro artigli graffiano ancora, le lingue sanno ancora tagliare come spade quando occorre: ma sempre guardando a quel che c’è da fare più che a quel che s’è fatto. E tuttavia gli anni hanno regalato ad entrambi, oltre a un bel numero di figli e nipoti, anche nuovi disincanti, inedite consapevolezze, e un gran numero di nuovi affetti e sodalizi artistici: in un Senza fine – giusto per citare uno dei classici che lui scrisse ispirandosi a lei, la sua musa dei primi anni Sessanta– dove note e parole, fremiti del cuore e frammenti di vita condivisa, continuano ad intersecarsi senza soluzione di continuità.
E poco importa se i due han festeggiato lontani i rispettivi compleanni, né che la loro ultima tournée in comune risalga al 2005. Che lo vogliano o no, il Gino da Monfalcone e l’Ornella da Milano sono rimasti quelli di sempre, e tali sono destinati a restare, almeno per chi continua ad amarli: inguaribilmente scorbutici, ostinatamente vitali, sempre e comunque inimitabili. E come si fa a non augurargli mille di questi giorni?