Il G8 dimentica i poveri
La situazione nel Medio Oriente è stata la nota dominante nei molteplici incontri che i leader del G8 hanno avuto con i rappresentati della stampa, durante il summit di San Pietroburgo. Non poteva essere diversamente. Vladimir Putin ha ammesso che l’esigenza di esprimere una posizione comune su un argomento non previsto ha creato alcune difficoltà. Non c’era stato il tempo di far lavorare gli esperti per mettersi d’accordo. Un comunicato comune con un appello alla moderazione sono riusciti a stilarlo, ma nelle varie dichiarazioni si notavano non poche divergenze. George Bush continuava a dire che le colpe di questa nuova ondata di violenza sono tutte degli Hezbollah. Romano Prodi e Tony Blair volevano al più presto una forza di pace in Medio Oriente. Putin insisteva sul fatto che solo il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha la competenza per prendere misure ed eventualmente inviare una forza multinazionale. Non avendo tutte le carte in regola per essere tra i Paesi più industrializzati, e ancora con forti carenze in materia di democrazia, la Russia non ha risparmiato né risorse né la pazienza dei cittadini di San Pietroburgo, per assumere il ruolo di ospite all’altezza dell’avvenimento. Più di 100 milioni di euro sono state le spese dirette del summit, e parecchio di più è stato speso per miglioramenti vari, dall’aeroporto, alle strade e facciate. Nell’ambiente sontuoso del palazzo di Costantino, restaurato per i 300 anni di San Pietroburgo, i leader del G8 hanno comunque parlato di sicurezza energetica, di educazione per le società innovative del XXI secolo e financo della lotta contro le malattie infettive. L’argomento energia sollevava forti aspettative dopo la crisi del gas dello scorso inverno. Durão Barroso si è detto soddisfatto perché il documento finale rifletteva gli aspetti più importanti della carta energetica, proposta dall’Unione europea. Putin, però, ha lasciato detto ben chiaro che la carta energetica non l’avrebbe firmata. Prodi, dal canto suo, si è lamentato della fortissima spinta verso il nucleare. Ma anche le Ong presenti hanno espresso le proprie critiche, contestando l’esiguità degli stanziamenti per i progetti di appoggio ai Paesi più poveri. Sottovalutando la lotta contro la povertà – sottolineava uno degli speaker della Oxfam, una Ong impegnata per le regioni povere – , il G8 ha ignorato la più importante situazione di crisi a livello mondiale, quella che ucciderà 11 milioni di bambini fino al prossimo summit.