Il futuro dei Focolari/1
Appena eletti alla presidenza e alla copresidenza del Movimento dei Focolari, Maria Voce e Jesús Morán si sono incontrati con i giornalisti delle diverse edizioni di Città Nuova nel mondo presenti all'assise mondiale che in questi giorni a Castelgandolfo sta lavorando sul futuro del Movimento oltre che sul rinnovamento degli organi di governo. Cominciamo dalla valutazione dei lavori dell'assemblea e dei nodi critici emersi nei gruppi di lavoro.
Che cosa avete dedotto dai lavori dell'Assemblea che possa orientare contenuti, priorità e stile dei prossimi sei anni di conduzione del Movimento dei Focolari?
Clemens Behr, Neue Stadt, Germania
Jesús Morán «La prima lezione è la necessità di dare spazio alla partecipazione e alla condivisione. Quest’Assemblea, a differenza della precedente, è stata preparata nel segno di una grande consultazione a livello mondiale; dare spazio alla condivisione sembra doveroso e dovrà essere così anche in futuro. Si avverte l’esigenza di affrontare gli argomenti più scottanti, di sentire le diverse visioni delle cose provenienti dalle diverse aree culturali. Senz’altro il lavoro di preparazione deve essere migliorato per avere una maggior sintesi delle tante tematiche affrontate. È infatti buona la condivisione, ma si rischia di non riuscire ad approfondire nessun argomento, a convergere sui veri “nodi” della vita e del pensiero del Movimento. Questa è una mancanza».
Maria Voce «Condivido pienamente. Abbiamo anche capito che bisogna ascoltare fino in fondo, non dare per certa nessuna opzione. Tante visioni si sono manifestate man mano che il confronto avanzava; se avessimo preso delle decisioni prima di ascoltarci pienamente, avremmo scontentato qualcuno. Non dico che alla fine le decisione prese non abbiano soddisfatto appieno qualcuno, ma ciascuno dei partecipanti ha potuto esprimersi fino in fondo e ha avuto il diritto di essere ascoltato anche se aveva opinioni o posizioni divergenti da quelle espresse dalla maggioranza dei presenti».
Jesús Morán «Dovremo altresì studiare la composizione dell’Assemblea generale del Movimento. Si avverte in effetti che essa ha una “grazia” che permette l’emergere di idee legate al momento di intensa comunione che si vive insieme. La composizione dell’Assemblea diventa perciò molto importante e la sua composizione va forse rivista perché certe sensibilità, certe diramazioni dei Focolari non sono adeguatamente rappresentate».
Maria Voce «Naturalmente per rivedere la composizione dell’Assemblea bisogna rivedere gli Statuti, perché sono gli Statuti che definiscono la composizione della stessa Assemblea. Noi abbiamo cercato di essere il più larghi possibili nell’interpretazione di quanto gli Statuti ci permettevano. Può essere un programma futuro quello di verificare se si può fare qualche modifica negli Statuti che permetta una maggiore rappresentatività nell’Assemblea».
Quali sono stati i momenti più significativi di quest’assemblea?
Clare Zanzucchi, Living City, Usa
Maria Voce «I momenti di comunione hanno arricchito l’Assemblea di qualche nota particolare. Sono risultati un culmine dei lavori. Altri momenti significativi sono state le presentazioni in plenaria di candidati e candidate, che hanno istaurato uno stile originale che sentiamo confacente al nostro modo di fare: in effetti, in una qualsiasi tornata elettorale accade solitamente che venga esaltata la figura del candidato senza che siano messi in comune i sentimenti che in quel momento la persona vive nel suo foro interiore; nella nostra Assemblea, invece, ogni candidato ha potuto esprimere tali moti dell’anima, costruendo così un rapporto fra i candidati e fra i candidati e chi è chiamato a votare».
Jesús Morán «Da parte mia sottolineerei i 32 gruppi di lavoro, che sono stati un’esperienza molto proficua, perché ben preparati e con una metodologia efficace. C’è così stata la possibilità che ognuno si esprimesse pienamente: già nei gruppi si sono notate delle convergenze significative. In un contesto come l’Assemblea, che deve portare a un’attualizzazione del carisma dell’unità, a una sua nuova rinnovata comprensione in quanto intelligenza ed esperienza nel contempo, mi sono sembrate importanti il ricordo e la “presenza” di Igino Giordani e Klaus Hemmerle. Chiara Lubich stessa aveva definito il primo come co-fondatore del Movimento per l’apertura da lui portata all’umanità. Analogamente credo che sia stata importante la memoria di mons. Klaus Hemmerle, già vescovo di Aachen, anch’egli definito a suo tempo da Chiara Lubich un co-fondatore, nel senso che senza di lui non sarebbe nata una data realtà nei Focolari».
Alcuni partecipanti dell’Assemblea hanno accennato ad alcuni “nodi” relativi alla vita e al pensiero del Movimento che non si sarebbero ancora riusciti ad affrontare. Quali sarebbero secondo voi tali nodi?
Michele Zanzucchi, Città Nuova, Italia
Maria Voce «Penso ad esempio all’esigenza di una formazione più integrale, esigenza emersa solo in parte ma di cui si avverte la necessità in particolare per la fascia giovanile. Un’esigenza che faccia porre una maggiore attenzione ai problemi della umanità di oggi. Ciò andrebbe fatto calandosi nelle sfide locali, perché i problemi non sono uguali dappertutto. Un altro nodo penso possa essere messo sotto il titolo del “farsi uno” col luogo in cui si vive e cioè adeguare non solo le persone ma anche i mezzi e le strutture alla sensibilità locale. Ad esempio, l’esigenza di sobrietà non vuol dire farsi d’improvviso tutti poveri, ma non risultare diversi dall’ambiente più vasto in cui si vive, non soltanto quello formato dalla ristretta cerchia di coloro che sono vicini a noi e con i quali ci intendiamo, ma anche quello delle masse nei luoghi dove operiamo. È questo un “nodo” importante, che richiede sforzo ma che determinerebbe una maggiore incidenza del carisma dell’unità in un luogo preciso».
Jesús Morán «Un altro nodo riguarda il cosiddetto “progetto culturale” su cui si sta dialogando. Appare necessario che il Movimento abbia un progetto culturale chiaro e sistematizzato, visto che ha una potenzialità culturale notevole. Abbiamo già delle “agenzie culturali” che lavorano molto, ma manca una sinergia tra di esse e una sufficiente visibilità. Un altro nodo mi sembra quello del calo statistico della parte giovanile del Movimento: si avverte la necessità di agire più efficacemente su un fenomeno che non è solo nostro ma di qualsiasi istituzione. Un ulteriore nodo, emerso anche nella relazione della presidenza uscente, è quello che riguarda la cattolicità e l’ecumenicità del Movimento; nodo che richiederà una comprensione più approfondita dell’identità del carisma e del Movimento, perché è nato e perché è portatore di aperture inedite».
Maria Voce «Sempre più dovremmo altresì prendere coscienza della potenza delle “masse” del Movimento, mettere in rete le esperienze fatte e così farle emergere più efficacemente. Il Movimento non organizza solo congressi! Mi sembra che si debba dare un grande impulso ai nostri movimenti a largo raggio (tra le famiglie, per l’impegno sociale, nelle parrocchie e nelle diocesi, nel mondo giovanile) così come ai dialoghi (nella propria Chiesa, tra le Chiese, tra fedeli di religioni diverse e con persone di convinzioni non religiose). In questo modo si troverà del materiale utile per affrontare questi nodi».