Il freddo sulla politica

Il freddo e le avverse condizioni atmosferiche, ma anche la sfiducia e l'incertezza hanno provocato una drastica diminuzione della percentuale dei votanti
Elezioni 2013

D’accordo, è la prima volta che le elezioni politiche si svolgono in pieno inverno. E sembra che il maltempo – con tanto di neve in varie regioni, pioggia intensa in altre, freddo dappertutto – abbia voluto dire la sua, facendo pesare  la sua presenza in perfetta coincidenza con il voto. Ma è chiaro che la percentuale di votanti registrata nella prima giornata indica qualcosa di più.

Ieri sera alle 22,00, a seggi chiusi, aveva votato il 55,17 per cento degli italiani aventi diritto contro il 62,55 di cinque anni fa. Si tratta di un calo consistente (meno 7,3 per cento), una vera accelerazione nella pur progressiva diminuzione percentuale di chi si è recato al seggio. L’Emilia Romagna, con il 65,05 per cento (70,44 nel 2008), è la regione con la maggior affluenza, pur con la presenza della neve, seguita dal Veneto, con il 64,56. La terra in cui si è votato di meno nella giornata di ieri è stata la Calabria, con un modestissimo 40,57, con un calo considerevole rispetto a cinque anni fa (51,53).

Rispetto alle precedenti elezioni politiche la popolazione italiana è invecchiata. Si tratta di un fattore da non sottovalutare davanti all’ostacolo atmosferico, cui va aggiunto quello dell’incertezza di tanti sino all’ultimo momento. Ci auguriamo che nella mattinata di oggi gli elettori frenati dal freddo possano adempiere al loro diritto-dovere, ma sarà difficile poter recuperare quello scarto di oltre sette punti.

Se l’affluenza alle urne della popolazione più anziana resterà bassa, sarà facilmente prevedibile un calo di consensi nei confronti dei partiti tradizionali, verso i quali è più legata quella fascia di elettori. Va registrato comunque – al di là delle condizioni atmosferiche – il “freddo” nei confronti della politica, con un crescente disinteresse, quando non disagio, quando non rigetto.

Senza il Movimento 5 stelle, va detto, l’astensionismo sarebbe stato molto più marcato. Grillo ha canalizzato con il suo gruppo buona parte di elettori che probabilmente non sarebbero andati a votare, come dai sondaggi emergeva nello scorso settembre. La percentuale delle adesioni a Grillo ci dirà tra poche ore la consistenza del voto di protesta.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons