Il folletto della luce
C’era una volta un paese piccolissimo, sprofondato a valle e circondato da due alte montagne. I suoi abitanti erano ormai in pochissimi da quando nella valle imperversava una strana calamità: almeno tre volte all’anno un improvviso oscuramento del cielo costringeva tutti a vivere per un mese intero in pieno buio. Come per un incantesimo malvagio, anche la corrente elettrica smetteva improvvisamente di funzionare e riprendeva il mese successivo. Nei periodi di oscurità, la situazione si faceva più grave quando ci si incontrava e… thump!… ci si scontrava per strada (non ci si vedeva a un palmo di naso!). Così accadeva che invece di salutarsi cordialmente ci si scambiava insulti sonanti. Perfino la spesa veniva ordinata per telefono, ma talvolta capitava che il fattorino sbagliasse porta o che il commesso mettesse nella cesta della spesa un cavolfiore invece di un mazzo di fiori. Insomma c’era davvero un gran confusione! A Giovanni, bambino giudizioso e sensibile, tutto questo non andava proprio giù. Ogni giorno pensava e ripensava al modo per poter risolvere questo mistero. Di notte si rigirava continuamente nel suo lettino. Guardava, fuori dalla sua finestra, quella magnifica volta stellata che nei periodi di oscurità completa era perfettamente visibile da quell’angolo di mondo. Fissava con stupore quelle stelle così belle e lucenti e si chiedeva perché mai tutto non fosse sempre luminoso come loro. Perché questo buio?. Giovanni non sapeva darsi una risposta ma, guardandosi intorno, arrivò alla conclusione che forse quel buio non dipendeva soltanto dalla mancanza di elettricità. C’era qualcos’altro che rendeva tutto scuro e triste, ma non sapeva bene cosa fosse. Una notte come tante altre, passate ad interrogarsi, il cielo era particolarmente zeppo di stelle. Nel silenzio accadde una cosa straordinaria: appoggiato sui gomiti al davanzale e col naso in su, Giovanni scorse una luce fortissima che proveniva da una stella e che si avvicinava velocemente. Si strofinò gli occhi pensando di sognare ma… ecco che davanti a lui si materializzò uno strano personaggio. E tu chi saresti? chiese il piccolo a dir poco esterrefatto. Ciao, io sono il folletto della luce. Sono arrivato qui perché tu mi hai chiamato. Sai, noi folletti astrali sappiamo leggere nel pensiero!. Davvero? – esclamò Giovanni a bocca spalancata -. Allora puoi certamente aiutarmi!. Con un cenno del capo il folletto disse: Vieni con me!, dopo di che i due spiccarono il volo. Sorvolarono la valle e poi scesero fino alle finestre di ogni casetta. E cosa videro? Tutti avevano dimenticato come si fa a sorridere, ognuno se ne stava per conto suo a occuparsi delle sue importanti faccende e non voleva essere disturbato. Fu allora che il folletto gli rivelò il segreto: la luce sarebbe tornata in un attimo, bastava ricominciare a sorridere, a gioire, a correre all’aria aperta, a stringersi la mano, a cantare… Ormai la gente aveva dimenticato come si faceva. E tu, Giovanni, ci puoi riuscire, credimi! affermò convinto il folletto. Ma come posso fare io che sono solo un bambino? domandò sconsolato l’altro. Non preoccuparti, i bambini come te ci riescono, sanno essere contagiosi!. Detto questo… puff! sparì nel nulla. Giovanni si ritrovò nella sua cameretta, alla solita finestra. Si diede un pizzicotto perché pensava di aver sognato, ma dopo un po’ si addormentò. Il mattino seguente si svegliò stranamente contento e quasi più leggero. Andò a scuola e raccontò lo strano sogno al suo migliore amico. E tanto fece che riuscì a convincerlo a provare a fare tutto quello che aveva detto il folletto. Fatto sta che, nel giro di pochi giorni, molte cose cambiarono nella loro scuola: le maestre erano più gentili e non perdevano quasi mai la pazienza con gli alunni, i bidelli facevano le pulizie sempre canticchiando e i bambini facevano a gara a prestarsi penne e matite. Da non credere! E un giorno, nel periodo di oscurità, come per magia la scuola si illuminò tutta e sembrò più bella di quanto non fosse mai stata. Tutti rimasero a bocca aperta dalla meraviglia: era tornata l’elettricità! Anche nelle case, negli uffici, tutti tornarono a salutarsi con gioia e a scambiarsi sorrisi. E come per incanto, anche lì, fu di nuovo tutto come prima e l’incantesimo malvagio svanì. La sera della grande festa piena di luci che si tenne nella piazza del paese, Giovanni, come al solito, guardò in su: c’era di nuovo quel cielo stellato che sembrava fatato. All’improvviso vide una stella brillare più delle altre. Sembrava quasi che brillasse dritta verso di lui. Era il suo folletto della luce che gli stava sorridendo? Chissà….