Il flamenco di Amargo
Non si contano più i ballerini di flamenco – e relative compagnie – che periodicamente spuntano ad affollare la già nutrita schiera di nomi affermati. Il binomio glamour e tacchi funziona sempre. Per lui basta una faccia da macho gitano, il collaudato gioco di gambe e di battiti, una miscela di passi tradizionali e contemporanei, per conquistarsi un posto sulla scena. Accompagnati, naturalmente, dalle chitarre dei tocaores e dalle voci roche dei cantaores. L’ultima rivelazione si è avuta con Rafael Amargo al Festival di Spoleto. Nel suo omaggio a Garcia Lorca Poeta en Nuova York, il ballerino e coreografo andaluso ha costruito un edificio virtuale per attualizzare e dare sostanza teatrale al flamenco. Su due maxischermi, immagini cinematografiche e computerizzate accompagnano i versi del poeta alla ricerca di un luogo di intimità in mezzo al trambusto della grande metropoli americana che lo ospitò. Tutto questo interagisce con i ballerini, creando due scenari contrapposti. Personaggi reali si alternano a quelli sognati o immaginati; a stati d’animo festosi o tristi; ai colori, al mare, alle atmosfere della propria terra e a quelle della città straniera. L’impatto è suggestivo. Le scene e gli stili si susseguono, però, staccati gli uni dagli altri, perché gli ingredienti ingredienti sono troppi. Amargo, che vorrebbe lasciare la sua griffe, non possiede sufficiente carisma per riempire lo spazio e trasmetterci qualcosa di nuovo che non vada oltre i cliché del già visto. Paradossalmente momenti migliori sono rappresentati dalle coreografie moderne. Transitions Dance Company Il nome del Laban Centre London è legato al suo fondatore Rudolf Laban: ilcoreografo e teorico ungherese, innovatore della danza libera europea dell’inizio del Novecento. Egli aprì ad una “visione universalistica della danza come espressione connessa al vivere dell’essere umano e al suo rappresentarsi “. Sua costola è la Transitions Dance Company, fondata nel 1982 da Bonnie Bird, che si distingue per qualità tecniche, interpretative, e di metodo, straordinarie. La compagnia inglese vanta nel suo repertorio coreografie di giovani talenti. Nei cinque recenti titoli presentati a Roma al Festival “Invito alla danza”, si passa da un furore nitido di movimenti, a un turbinio minimalista, ad atmosfere teatrali. Ritmo e musicalità per celebrare la gioia di danzare, in Brightside di Henri Oguike; scavo e tensione di gesti in Oh Mr Grin dell’israeliana Jasmin Vardimon, per esplorare le ipocrisie di un nucleo familiare. Sulle note di un valzer di Strauss, Hairy Days, della tedesca Maresa Von Stockert, rimanda a Pina Bausch per l’ironia e i tic comportamentali con cui descrive una sorta di elogio dei capelli, con tanto di acqua attinta da un secchio e ciocche sparse sulla scena. Pervaso di tenerezza e di ironia il brano Au Suivant del belga Jan De Schynkel: una parabola amorosa dentro un mondo di illusione dolceamara, sulle canzoni malinconiche di Jacques Brel. Infine Babel dell’americano Robert Moses: complice brani di musica gospel, gioca sull’intreccio di relazioni che si rompono per poi essere ricostruite. Giovanissimi gli otto magnifici danzatori, vitali e pieni di energia, dei quali, non si sa perché, il programma di sala non riporta i nomi. Non sono forse loro quelli che esprimono o no l’anima di una creazione? AGENDA GIBELLINA. La XXI edizione delle “Orestiadi” ospita nello scenario dei ruderi un nuovo racconto di Marco Paolini sul mistero di Ustica: ITIGI (dal 9 all’11/8); Alfonso Santagata in Tragedia a Gibellina, un percorso attorno alla vicenda di Edipo e dei Labdacidi (dal 17 al 20); Almerica Schiavo in Il mio giudice di Maria Pia Daniele, dedicato a Paolo Borsellino (dal 25 al 27). BENEVENTO. La 23a edizione della “Città Spettacolo” dal titolo Domani, punta al teatro d’arte e ai linguaggi della ricerca. Si apre il 6/9 col musical monografico di Massimo Piparo Lady Day-La signora Billie Holiday, protago n i s t a Emi Stewart. Tra i numerosi allestimenti: Gin Game di Coburn, con Valeria Moriconi e Massimo De Francovich; Fulvio Cauteruccio con Ico no clast; Ascanio Celestini con Fabbrica; mPalermu della Compagnia Sud Costa Occidentale; il performer- danzatore Emio Greco con Double Points Iⅈ Isa Danieli con Tomba di cani, regia di Cristina Pezzoli; La famiglia. Gli zii di Sicilia di Claudio Collovà; Solo un pezzo di pane di Fassbinder, regia di Pierpaolo Sepe. Fino al 15.