Il film del weekend
Ancora un fine settimana ricco di offerte. Oltre a Il villaggio di cartone di Olmi, escono film di genere: commedia, horror, avventura
L’amore fa male. Una commedia a suo modo romantica questa opera prima di Mirca Viola. Storie intrecciate e non poco confuse, come secondo la regista è l’Italia di oggi. L’attrice Germana (una vivace Stefania Rocca) è disoccupata e frustrata, vive una relazione stanca con Massimo (Claudio Bisagli), medico, sposato, due figli. Incontra l’affascinante Gianmarco (Paolo Briguglia) sposato con Antonia (una dolce Diane Fleri) e scatta qualcosa.. In definitiva, si tratta di single o di coppie che si abbandonano a sentimenti istintivi difficilmente controllabili. Tutto il gioco dei sottintesi e delle ipocrisie si apre in Sicilia, dove il teatrino degli inganni viene allo scoperto.
Risultato? I film purtroppo non è originale, visto che storie come queste si sono già viste. Per di più sa di una spruzzatina sulle diverse situazioni senza calcare troppo la mano. Un cast così interessante talvolta è usato in maniera troppo superficiale per risultare credibile fino in fondo. Peccato. Forse si è puntato troppo in alto?
Final Destination. La quinta puntata della serie, diretta da Steven Quale, è decisamente per gli amanti dell’horror, che non mancano, anzi. La morte non perdona. Fatale, tremenda, decide il destino di chiunque. E chi vuole fuggirsene, magari uccidendo altri perchè prendano il loro posto e quindi possano sopravvivere, è destinato comunque a soccombere. Siamo quindi in un clima funereo, di un destino implacabile. Come in un medievale “Trionfo della morte” in veste contemporanea. Così il povero Sam (Nicholas D’Agosto) che ha le premonizioni che gli servono a sfuggire la morte, inizia un fuga da lei insieme agli amici, per evitare l’ora inesorabile.
Dinamico, orrorifico quanto basta, svelto, il film – di cui non sveliamo il finale – spaventa ma anche è simpaticamente avventuroso. Per chi ama il genere, ovviamente. Ma non portate i bambini, anche perché è vietato ai minori di 14 anni.
Abduction, Riprenditi la vita. Taylon Lautner, il terzo incomodo della saga Twilight, stavolta la fa da protagonista, e alla grande nel film di John Singleton. Un thriller avventuroso, scattante e, per una volta, distensivo. Taylon è Nathan, un ragazzo diciottenne (l’età dell’attore) che scopre via via che i suoi genitori non sono quelli reali, ma egli è i l figlio abbandonato di un agente in incognito della Cia. Il cattivo di turno cercherà di prenderlo per ricattare il padre. In mezzo, un dirigente della Cia che fa il doppio gioco. Il ragazzo, insieme alla sua bella (Lily Collins) ne passa di tutti i colori ma alla fine impara a crescere e a vivere. Anche se le situazioni sono quelle classiche del poliziesco, Taylor se la cava benissimo, il film ha ritmo e, anche se la macchina da presa indugia molto volentieri su Taylor per catturarne il fascino adolescenziale (ad uso del gentil sesso), il prodotto regge bene. Eccome. Non si perde un secondo in lungaggini. La firma di un veterano dell’avventura come Singleton è una garanzia.