Il dolore altrui (Evangelii Gaudium 193-201)
Papa Francesco, in soli otto mesi di Pontificato, ha già lasciato dei segni tangibili e concreti di come lui vede e intenda la Chiesa. Eppure riesce sempre a stupire. Ogni volta esce qualcosa d’incredibile dalla sua bocca, dai suoi gesti, dalla sua anima. L’esortazione apostolica non fa eccezione. Ogni paragrafo, ogni riga è densa di una “pratica” che per Francesco è già vita vissuta. È il riscatto dello “scarto”.
Parlando dell’«altrui dolore» dice: «L’imperativo è ascoltare il grido dei poveri». Ricorda S. Paolo che andò a Gerusalemme a trovare gli apostoli e al quale fu richiesto come criterio chiave, di autenticità, che «non si dimenticasse dei poveri». Aggiunge: «C’è un segno che non deve mai mancare: l’opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via».
Illuminante l’inizio del paragrafo 197: «Nel cuore di Dio c’è un posto privilegiato per i poveri tanto che egli stesso si fece povero», e spiega via via quanto la povertà nella vita di Gesù sia stata il suo leitmotiv. Tutti i cristiani sono chiamati ad avere «gli stessi sentimenti di Gesù». Per questo la Chiesa ha fatto un’opzione per i poveri.
Ribadisce il concetto: «Per questo desidero una Chiesa povera per i poveri. Essi hanno molto da insegnarci (…) con le proprie sofferenze conoscono il Cristo sofferente. È necessario che tutti ci lasciamo evangelizzare da loro». Papa Francesco afferma anche: «È fondamentale avere “un’attenzione d’amore”». E continua: «Il povero, quando è amato “è considerato di grande valore” (…) questa vicinanza reale e cordiale (…) renderà possibile che i poveri si sentano in ogni comunità cristiana “come a casa loro”».
Senza questa opzione (per i poveri) l’annuncio del Vangelo rischia di restare incompreso o «affogare in un mare di parole». Fortissime queste parole: «La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale, (…) hanno bisogno di Dio».
Papa Francesco ha il coraggio e l’umiltà di dire: «Temo che anche queste parole siano solamente oggetto di qualche commento senza una vera incidenza pratica. Nonostante ciò (…) vi chiedo di cercare comunitariamente nuove strade per accogliere questa rinnovata proposta».
(193-201)
Chiara M.
scrittrice