Il divorzio è contagioso

Una ricerca, durata ben 32 anni, delle università americane di Harvard, Brown e California afferma che aumenta fino al 75 per cento la probabilità di divorziare se è già accaduto ad un amico o un parente

Un mese fa l’ex vice presidente degli Stati Uniti Al Gore ha annunciato, dopo 40 anni di matrimonio, il divorzio da sua moglie Tipper. Ma la notizia è un’altra. Dopo una settimana la figlia 36enne Karenna si è separata da suo marito. La domanda che tante volte sorge spontanea e cioè se divorziarsi possa essere contagioso, ora ha anche una prova scientifica. Lo dicono le conclusioni di uno studio della North American University.

 

Essere amico di una persona che divorzia comporta un 75 per cento di rischio di divorziare. A questo punto si tratta di una specie di virus che si può trasmettere, nel 33 per cento dei casi, anche se a separarsi sono semplicemente amici di amici. Secondo i ricercatori, inoltre, chi ha un fratello o una sorella divorziati ha il 22 per cento delle possibilità di separarsi dal proprio partner. Avere bambini invece diminuisce i rischi: sono meno esposte infatti le coppie che hanno figli.

 

A ben vedere, però, quello che gli esperti chiamano “contagio sociale” ha molte differenziate applicazioni sia in negativo che in positivo.Intanto è un fenomeno da sempre esistito, basti pensare ad Adamo ed Eva e alla curiosità e influenza reciproca nel provare l’esperienza che l’altro ha fatto. Anche fosse un’esperienza intellettuale positiva come «l’albero della conoscenza del bene e del male». Lo storico Lawrence Stone – scrive Chiara Saraceno su Repubblica –  utilizzò la metafora del “contagio sociale” «per spiegare il processo per cui nel Seicento in Inghilterra si diffuse il modello della famiglia nucleare intima, fondata sull’affetto e sulla difesa della sfera privata, dapprima nelle classi più alte e poi, dopo diversi decenni, per imitazione via via anche nelle altre».

 

Lo stesso fenomeno odierno dei suicidi giovanili è purtroppo imitato dai coetanei e si ha 3,5 volte più possibilità di essere contagiati se un collega ci ha provato, e sale fino a 8,3 se a commettere il suicidio è stato un parente. Sono dati di una ricerca delle Università di Stoccolma e di Oxford.

 

Ma torniamo alla ricerca statunitense, durata ben 32 anni, che si conclude con l’affermazione che «il divorzio andrebbe studiato e compreso come un fenomeno collettivo che si estende ben al di là di coloro che ne rimangono direttamente coinvolti». È insomma un fenomeno di evoluzione sociale delle famiglie, non sempre negativo, perché in passato restavano in piedi puri matrimoni di convenienza o con relazioni ormai incancrenite. Che l’esempio degli altri, anche se negativo, sia di stimolo per rinnovare la nostra relazione matrimoniale, scovare i punti critici, evidenziare il positivo per un unione che può durare per sempre.

 

L’esempio e l’imitazione può essere, infatti, anche di comportamenti positivi e, lo dice un’altra seria ricerca, coppie sposate da più di 20 anni, sperimentano la stessa euforica attività celebrale quando gli viene mostrata la foto del proprio partner. È la stessa area celebrale che si attiva con l’uso della cocaina, ma stavolta con metodi naturali e atossici.

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