Il dialogo che nasce dall’ascolto

A Mumbai una cerimonia per commemorare il dottor K. Shantilal Somaiya, industriale indiano molto impegnato nel dialogo interreligioso, a un anno dalla morte. Ricordata anche la figura di Chiara Lubich
Shantilal Somaiya e Chiara Lubich

Gli  organizzatori della Conferenza internazionale su Spirito e materia all’interno della quale si è svolto il ricordo del dottor K. Shantilal Somaiya, industriale indiano molto impegnato nel dialogo interreligioso, a un anno dalla morte, hanno voluto che la sua figura fosse ricordata insieme a quella di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari.

 

Somaiya e Lubich erano due persone profondamente diverse e sembravano non avere nulla in comune. Industriale, indiano, di religione indù lui, italiana, cristiana e fondatrice di una delle realtà più significative fra i nuovi carismi, lei. Il dr. Shantilal Somaiya e Chiara Lubich si erano incontrati in modo imprevisto nei primi giorni del mese di gennaio del 2001 a Mumbai. La Lubich si trovava in India perché insignita, da alcune organizzazioni gandhiane, del premio Difensore della pace 2000. La professoressa Kala Acharyam, direttrice del Somaiya Sanskriti Peetham, una delle istituzioni fondate dal padre del dr. Somaiya, aveva sentito parlare di lei e, dopo un breve incontro, l’aveva invitata al grande campus di Vidhyavihar, alla periferia di Mumbai.

 

Alla Lubich era stato suggerito da Rajmohan Gandhi, nipote del Mahatma incontrato nell’agosto dell’anno precedente, di andare in India per ascoltare. Per questo annotava nel suo diario il 30 dicembre 2001: «Sono venuta qui per conoscere, stando in silenzio il più possibile: così, mi hanno detto, occorre venire in India. E, infatti, ho occupato quasi l’intera giornata per prendere visione dei documenti preparatici sull’India e a farmi istruire. […] Ho trovato sopra tutte le regole: la tolleranza, l’amore! Forse c’è posto per il nostro dialogo».

 

E nei giorni successivi: «Si sente che siamo di fronte ad uno scrigno di tesori spirituali, di tensione mistica di tutta la natura umana (che) si apre solo a chi gli si accosta con rispetto pieno d’amore.[…] Dio ha tanto da dirci attraverso questa cultura millenaria. Essa, nel difficile e tormentato mondo contemporaneo ha, infatti, una sua parola, […]che mette in forte evidenza il primato della vita interiore».

 

L’incontro con il dr. Somaiya fu all’insegna di tale atteggiamento. Fui testimone di quel momento e ricordo quasi parola per parola quella conversazione.

 

Chiara: «Sono ignorante, devo capire».

Dr. Somaiya: «No, Chiara, l’ho capito dai tuoi occhi; ci sono dei leaders che sanno comunicare il loro pensiero. Tu hai un grande ideale. Una persona sola come te può muovere l’intera società. Nel nostro campus non tutti sono impegnati nella vera religione, perché ci manca una Chiara tra noi».

 

In qualche modo, entrambi sentirono di dover lavorare insieme per contribuire a capire il valore dell’altro, del diverso. Per questo motivo il dottor Somaiya aveva invitato la Lubich a parlare nel suo campus e, al termine, aveva commentato: «Un’esperienza insolita, spiritualmente molto elevata. Serve molto alla causa per la quale questo campus è stato creato. Avere una persona di questo livello con una tale vita di disciplina, con una vita intera di donazione e sacrificio, è un’esperienza insolita. L’amore universale e la fratellanza sono quello che ci vuole nel mondo».

 

Nessuno poteva prevedere nel gennaio 2001 l’esito di quelle ore. In questi 10 anni c’è stata una lunga serie di incontri e iniziative per una reciproca comprensione culturale e per una cooperazione alla formazione alla pace. Nel 2002 si è svolto a Roma il primo simposio fra studiosi cristiani dei Focolari e indù del Somaiya Sanskriti Peetham e di altre organizzazioni indù. È stata un’occasione unica per conoscersi meglio. Il Dr. Shantilal Somaiya aveva aperto il suo discorso con le seguenti parole. «Sono felice di essere qui insieme a Chiara Lubich. Chiara è una grande leader spirituale e la sua spiritualità rende l’uomo consapevole che la preghiera e l’arte di vivere sono le ali che ci permettono di volare verso Colui che è Eterno. La sua interpretazione di spiritualità ha coniugato la vita ai precetti, dando luce e vitalità a molti. […] Permettetemi di affermare che il mondo nuovo che Chiara ha costruito è una dolce unione di cielo e terra».

 

L’esperienza del simposio ha aperto una nuova dimensione all’interno del Movimento dei focolari: un dialogo accademico sviluppato sul cosiddetto dialogo di vita, che era tipico fino ad allora dei Focolari. Ma questo ha anche arricchito la dimensione del dialogo del dr. Somaiya, che nel maggio 2008, pochi mesi dopo la scomparsa della Lubich, in occasione del terzo Simposio indu-cristiano a Roma aveva concluso: «Non sono un speaker eloquente o un gran professore, ma ho incontrato Chiara tante volte e ho visto che lei è sempre piena d’amore e piena di azione. Chiara ci ha detto che il cristianesimo non è solo leggere il Vangelo, cosa che stiamo sperimentando. Il cristianesimo è esperienza attraverso una sola parola: amore. Sono stato qui e sono stato illuminato, preparato per entrare in quel luogo di pace eterna».

 

Una sintesi efficace dell’atteggiamento della vita e dello spirito del dr. Somaiya le troviamo in queste parole di Gandhi: «Non voglio che la mia casa sia chiusa fra quattro mura con le finestre sbarrate. Desidero che il vento vi porti dentro il soffio di tutte le culture».

 

 

 

 

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