Il De Deo di san Tommaso D’Aquino
La teologia trinitaria di san Tommaso d’Aquino ha ancora oggi qualcosa di importante, e forse anche di essenziale, da insegnarci? e, d’altra parte, è utile una lettura in presa diretta della sua teologia, cercando di farne sprigionare a nuovo la logica profonda e il significato complessivo? L’impresa – come ha sottolineato J.-P. Torrell – appare oggi necessaria e promettente.
Dopo aver richiamato qualche dato essenziale a proposito del contesto sociale e culturale, spirituale ed ecclesiale, entro il quale sboccia e prende forma la vocazione teologica del
Doctor communis, questo primo articolo accosta due suoi scritti: la lezione inaugurale Rigans montes, da lui pronunciata a Parigi nella primavera del 1256, nel momento della sua promozione a magister, e il sermone Exiit qui seminat tenuto parecchi anni dopo, probabilmente nel febbraio del 1270, tre anni prima della sua morte. I due testi sono assai interessanti non solo perché mettono in risalto la concezione che Tommaso ha del suo ministero teologico in rapporto al carisma domenicano di cui sarà il geniale interprete, ma anche perché espongono il significato specifico e originale della vocazione a contemplari et contemplata aliis tradere.
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