Il Dalai Lama riceve il Sigillo della città

Nell'aula del consiglio comunale parla di felicità e tolleranza: «Usare l'intelligenza per sviluppare le qualità positive della nostra mente e migliorare la consapevolezza. Tutti hanno questa abilità»
Il Dalai Lama e il sindaco di Milano Pisapia

Uno schermo in piazza della Scala, uno schermo in sala Alessi. E il colore arancio che si spandeva tra i presenti. Come un anno fa al primo consiglio comunale dell’era Pisapia: allora c’erano gli stessi schermi e di arancio c’era il riso alla zucca, quello offerto dal nuovo sindaco a chi assisteva alla prima convocazione del nuovo consiglio. Ieri il colore arancio era diffuso dal Dalai Lama, arrivato tra gli applausi a Palazzo Marino. A riceverlo Maurizio Baruffi, capo di gabinetto del sindaco.
 
Nella concitazione generale e nella compostezza che in contemporanea regnava sulla piazza, una bimba s’è avvicinata per porgere un mazzo di fiori. Il leader spirituale del buddhismo tibetano ha ringraziato, poi è entrato nella sede comunale. Il Dalai Lama ha avuto dapprima un colloquio privato con il sindaco, poi nell’aula del consiglio comunale ha parlato sulla felicità e la tolleranza.
 
«Uno dei grandi insegnamenti dell’India è la non violenza, l’armonia e il rispetto tra le religioni. Ma bisogna imparare anche il rispetto per i non credenti. Questa è una tendenza importante per i tempi moderni e per la quale mi impegnerò fino alla fine della mia vita». Ha poi ricordato «l’importanza di usare la nostra intelligenza per sviluppare le qualità positive della nostra mente e per migliorare la consapevolezza. Tramite il ragionamento possiamo sviluppare questi atteggiamenti, un ragionamento che tutti possono fare, perché tutti hanno questa abilità».
 
«Il mio impegno – ha aggiunto – è lo sforzo per aiutare la gente a sviluppare questa consapevolezza, perché la sorgente della felicità è dentro ognuno di noi». «Sbagliato vedere il buio davanti alla crisi»; certo, si è data un’«esagerata importanza allo sviluppo materiale», ma la via d’uscita esiste ed è quella di tornare a considerare i «valori interiori». Il suo è stato un intervento tutto incentrato sull’ottimismo e la speranza. Poi ha citato il sindaco: «Mi è piaciuto molto ciò che ha detto, ovvero che in fondo a questa crisi non vede il buio, ma la luce dell’arcobaleno».
 
Poi la breve cerimonia per lo scambio dei doni: il sindaco ha donato al Dalai Lama il Sigillo della città. Una onorificenza discrezionale del primo cittadino, che non necessità di un passaggio in consiglio comunale per la votazione, come invece accadee per la cittadinanza onoraria. «Lei ci ha fatto un dono prezioso e in cambio non ci chiede niente». E ancora Pisapia: «C’è una sua frase che mi piace moltissimo: “Ci sono solo due giorni all’anno in cui non si può fare niente: uno si chiama ieri e uno domani”. Oggi è il giorno giusto, oggi grazie a lei sarà una grande giornata». Il Dalai Lama ha ringraziato il sindaco «per il caloroso benvenuto» e poi è passato ancora tra le persone che lo hanno applaudito.
 
Il Forum delle religioni, nato per promuovere la cultura del dialogo e del confronto interreligioso, della solidarietà, della pace e della libertà di culto, in occasione della visita di sua santità il Dalai Lama ha inviato questo messaggio: «Il Forum delle religioni a Milano dà il benvenuto a sua santità Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, in occasione della sua visita alla città di Milano. I valori di compassione e amore universale che la sua figura incarnano sono stati riconosciuti in tutto il mondo, tanto da valergli l’assegnazione del Nobel per la pace. Questa stessa pace è l’obiettivo condiviso dalle comunità ebraiche, musulmane, cristiane, buddhiste e induiste che nel 2006 hanno dato vita al Forum delle religioni a Milano. Il dialogo, la conoscenza reciproca, il rispetto per la vita spirituale di ogni essere umano sono i fondamenti su cui si basa l’attività del Forum. Si auspica che l’incontro fra sua santità con la nostra città sempre più multietnica e multireligiosa, sia una preziosa occasione per condividere e far crescere i grandi e indispensabili valori della fratellanza e della pace».

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