Il crollo di Arecibo

Distrutto il famoso radiotelescopio per la ricerca di segnali di vita extraterrestre

Il fisico italiano Enrico Fermi, già nel 1950 si domandava dove si fossero nascoste le civiltà evolute della nostra galassia. Se ci sono, perché non si fanno vive con trasmissioni o sonde spaziali? Dopo 70 anni la domanda è ancora lì. Abbiamo scoperto che le stelle della nostra galassia sono circa 200 miliardi. Sappiamo che quasi ognuna ha dei pianeti che le girano intorno. Alcuni di questi pianeti hanno la temperatura e le condizioni astronomiche giuste per ospitare qualche forma di vita. Ma finora nessuna traccia di civiltà è stata scoperta.

La ricerca di segnali tecnologici provenienti da altri mondi va avanti dal 1960 con un progetto, Seti, basato su potenti radiotelescopi. Il primo e più potente è stato finora quello di Arecibo: un enorme piatto di 300 metri di diametro, adagiato tra le montagne dell’isola di Puerto Rico, nei Caraibi. Negli anni, oltre a scrutare il cosmo in cerca di tracce di vita extraterrestre, il radiotelescopio ha anche inviato dei segnali, ma finora nessuno ha risposto.

Nel 1997 il film Contact, con Jodie Foster, fece conoscere il radiotelescopio al grande pubblico, provocando una discussione sull’impatto che avrebbe sull’umanità la scoperta di altre civiltà. Dal punto di vista scientifico, questa struttura è sempre stata un punto di riferimento per la ricerca astronomica e tecnologica. Recentemente, però, era stata superata da un analogo osservatorio, più grande e più moderno, costruito dalla Cina tra le montagne del Guizhou, nel Sud-Ovest del Paese.

Finché, come un fulmine a ciel sereno, il primo dicembre 2020 è arrivata la notizia che la pesante piattaforma sospesa sopra il piatto del radiotelescopio era precipitata distruggendo l’osservatorio. In realtà da parecchi mesi erano noti segnali di usura dei tralicci e delle strutture di sostegno. La lentezza (e il costo) delle operazioni di manutenzione, però, è stata fatale.

I video che documentano il momento del crollo sono impressionanti. È come se l’umanità avesse perso qualcosa, una voce e un orecchio per comunicare con l’universo. Per fortuna ci sono altri radiotelescopi nel mondo, ma dedicato alla ricerca di segnali alieni rimane solo quello di Guizhou. Qualcuno già si chiede se la Cina condividerebbe la notizia di un eventuale contatto. Nel frattempo il governo di Puerto Rico ha detto che vuole ricostruire la struttura. Al di là di questo, resta ancora la domanda: c’è qualche vita cosciente da qualche parte, o siamo soli nell’universo?

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