Il cristianesimo globale

Un nuovo modo di guardare al fenomeno religioso a seconda degli spostamenti delle popolazioni sul pianeta

Nel recente viaggio negli Emirati Arabi, papa Francesco ha celebrato la prima messa nella storia della Penisola arabica, almeno da quando con il profeta Maometto è nato l’Islam. Con quella celebrazione il papa ha, in un certo senso, benedetto una comunità nata nel seno del processo di globalizzazione che caratterizza la storia del mondo da vari decenni.

Negli Emirati Arabi, infatti, a causa del passaggio delle società della penisola da comunità nomadi e beduine a mondi ultramoderni, l’arrivo di manodopera e manovalanza, prima, e di executive, poi, ha ridisegnato il panorama religioso. Si è formata una comunità cristiana per niente marginale.I cattolici sono circa un milione: filippini, indiani, pakistani, ma anche egiziani, siriani, libanesi e non mancano europei e sudamericani. Al loro interno, dunque, troviamo discendenti di Chiese tradizionali, alcune persino apostoliche, e, allo stesso tempo, figli di un cristianesimo più recente.

In questa propaggine della penisola arabica i governi hanno via via concesso piccoli diritti perché queste comunità possano professare la loro fede. Ben inteso, possono restare in questi Paesi solo fino al mantenimento di un lavoro e del relativo permesso di soggiorno. Si tratta, quindi, di un cristianesimo nuovo che, fra l’altro, vive anche un processo inverso. In molti Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, infatti, cristiani di Chiese antiche (siriache, copte, maronita) stanno lasciando i rispettivi Paesi (Siria, Iraq, Libano, Egitto) a causa delle guerre e della pressione da parte dell’Islam. Due processi opposti e contemporanei, di un cristianesimo che pare assumere un carattere globale, perché influenzato, nel suo trasformarsi, dai processi economici, finanziari e geo-politici.

Nell’ultimo mezzo secolo il cristianesimo è diventato sempre meno occidentale (europeo e nordamericano) per trasformarsi in un fenomeno religioso africano e meso e latino-americano. Anche in Asia sta dimostrando una particolare vitalità, persino in Cina, grazie alle Chiese protestanti, evangeliche e pentecostali. Si prevede che, nel giro di alcuni decenni, Paesi come la Nigeria e le Filippine diventeranno le nazioni più cristiane del pianeta. D’altra parte, in Nord America le chiese cattoliche, e non solo, sono popolate soprattutto di filippini, coreani e cinesi emigrati negli ultimi 30 anni, ma anche da egiziani, libanesi e iracheni, arrivati di recente.

Il cristianesimo si sta rivelando un fenomeno globale: da sempre ha seguito, nel suo diffondersi, i processi migratori, le carestie e le epidemie che hanno provocato spostamenti in massa delle popolazioni.

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