Il coraggio di portare la luce
Colpisce l’immediatezza di papa Francesco nei suoi gesti, nelle sue parole, nel suo essere. Un papa che sa parlare al cuore della gente. Un papa che con i suoi predecessori si innesta nel “filo d’oro” dei segni di unità con cui lo Spirito vivifica la Chiesa e il mondo nella nostra epoca.
E sono arrivate al cuore della gente quelle parole: “Mamme e donne, avanti con questa testimonianza!” Già, perché il papa nell’Udienza generale del 3 aprile ha parlato del fatto che Cristo Risorto abbia scelto delle donne come testimoni di un incontro inatteso e straordinario, scardinando le categorie culturali e giuridiche della sua epoca.
Ma la libertà del Risorto si incontra con la libertà di quelle donne, con la loro immediatezza nel credere, correre ed annunciare. Senza fermarsi alla tomba vuota. Il papa sottolinea che “Le donne sono spinte dall’amore e sanno accogliere questo annuncio con fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé”. Perché il Risorto non si manifesta in modo trionfale o spettacolare a chiunque, ma in modo personale ed indelebile a chi parla il linguaggio dell’amore.
In questo senso le donne hanno un ruolo particolare “nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell’amore”. Il papa evidenzia che oltre alla professione di fede c’è il binario della testimonianza. Un binario esperienziale e sapienziale, che è al contempo professione di fede ed esperienza di Dio. Ed è teologia. Così le donne da sempre ritratte nella loro capacità di amare e servire, ora diventano testimoni di un nuovo conoscere e di un nuovo vedere che nasce dallo “sguardo semplice e profondo dell’amore”.
Giovanni Paolo II aveva evidenziato non solo la dignità della donna, ma la rilevanza esperienziale, speculativa ed ecclesiale del profilo mariano. Anche nelle parole di papa Francesco non emerge una valorizzazione delle donne in modo contrapposto agli uomini, né, si potrebbe dire con una battuta, un tentativo di garantire le “quote rosa” all’interno della Chiesa. Non una rivalsa del femminile, né una sorta di rivendicazione di diritti o di ambiti di inserimento.
Papa Francesco ci sembra abbia voluto suggerire piuttosto una prospettiva e una direzione in cui guardare: il Risorto che viene incontro, che chiama per nome, che precede in Galilea. E che si rende presente nella Chiesa nella reciprocità tra il profilo mariano e il profilo petrino. Basta lasciarsi inondare dalla luce del Risorto. E in questa luce e in questa reciprocità, vale per tutti l’invito a trovare un rinnovato “coraggio di uscire per portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita”.