Il contributo dei movimenti cristiani all’Europa
Conclusa Insieme per l’Europa emergono due pensieri. Il carisma dell’unità, proprio del Movimento dei Focolari, concorre a realizzare il testamento di Gesù: «Che tutti siano uno». Questo testamento appartiene a tutti i cristiani perché è parola universale del Vangelo. La scintilla originaria di Chiara Lubich, che aveva saputo leggere nella comune “anima unitaria” di tanti cristiani di tutte le denominazioni, è penetrata nel modo di essere di tanti movimenti, perché è semplicemente l’orizzonte di senso del cristianesimo. Mettere in pratica la vita del Vangelo, condividerne le esperienze, vivere l’amore reciproco ha dato vita a una comunione in cui viene in evidenza la bellezza e la ricchezza di ogni identità e carisma: la preghiera, l’amore per i poveri, la centralità di Cristo, ecc…
Ulteriore passo: la perdita dell’autoreferenzialità può portare sempre più ad azioni condivise, non solo tra movimenti cristiani, ma anche tra associazioni laiche per il bene comune della società europea. Nella forma della rete, nell’epoca di Internet, dove prevalgono la velocità, la diffusione, le connessioni orizzontali e non la verticalità. Iniziative, vita condivisa che, poi, troverà un suo ordine e forme nuove.
Le stesse opere di misericordia (dare da mangiare ai poveri, curare i malati, accogliere gli stranieri, ecc…) appaiono di una sconcertante laicità. Non c’è nulla di pietistico e devozionistico. Sembrano parlare della laicità di Dio e dell’uomo non clericale che vuole edificare una città umanizzata, densa di relazioni, benessere, senza esclusioni.
Nell’Alte Pinakothek di Monaco sono conservati tanti capolavori di Rubens, Rembrant, Tiziano, Leonardo, Raffaello, ma c’è un quadro di Frans Hals, Ritratto di Van Heythysen, che mostra un impettito commerciante di filati di Harlem in Olanda. Accanto a lui delle rose sfiorite a indicare la transitorietà della vita e la caducità di tutte le cose. Non è un dettaglio insignificante perché quest’uomo per vivere il Vangelo donò alla sua città, nel 1600, due ospedali. Di cui uno ancora in funzione. Un bene comune che ha resistito all’usura dei secoli, che ha curato migliaia di persone, messo in moto da un’opera di misericordia.
La caratteristica più popolare dell’edizione 2016 di Insieme per l’Europa, conclusasi in piazza, con tanta gente di passaggio interessata ad ascoltare, apre una nuova speranza per un agire comune, dal basso, di popolo, per dare il proprio contributo a un’Europa aperta, solidale, libera.