Il Contratto
Il nuovo “realent” di La7.
In effetti di “aree di miglioramento” il programma ne ha tante, ma qualche merito fra le righe lo salva dalla bocciatura. Il Contratto di La7, il nuovo realent (da reality e talent show) condotto da Sabrina Nobile, dedicato al tema “giovani e lavoro”, proprio non decolla e riceve piuttosto dolorose stroncature. Da voci autorevoli come quella di Aldo Grasso, che sul Corriere della Sera lo paragona a un corso di formazione del ministero del Lavoro con la consulenza di Rai Nettuno – il servizio che trasmette lezioni universitarie alle 4 del mattino – e propone di dimezzarne la durata, e dagli stessi telespettatori, che disertano in massa già la seconda puntata. Perché il format non convince: tre candidati, 20enni e 30enni, selezionati dalle aziende che partecipano al programma, si confrontano per dimostrare chi possiede il profilo professionale idoneo per sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato. Le telecamere documentano la settimana di prova dei candidati, a cui coach impomatati, che parlano di “autostima” e “percorsi di conoscenza”, insegnano come si scrive un curriculum vitae, si risponde al telefono, si progetta un piano di lavoro, mentre i manager li stimolano ad elaborare concept e a parlarsi allo specchio. Fino al traguardo della scelta finale, in studio.
Ebbene, a parte lo stile “bignardesco” della Nobile, un tantino troppo austera nel suo linguaggio “aziendale” – la rimpiangiamo nella veste grintosa de Le iene –, il programma soffre della mancanza di ritmo e di appeal, pare a tratti recitato e prevedibile, ma soprattutto, e qui sta il punto, manca la dimensione del sogno, della passione per il lavoro da sempre desiderato, l’emozione e l’adrenalina di chi si trova a un passo dal traguardo. La sufficienza sta nell’aver richiamato l’attenzione delle grandi masse e dei media su un tema determinante per la crescita e il benessere del nostro Paese, ma storicamente ignorato dall’agenda politica degli ultimi governi. Una scelta coraggiosa che guadagna la promozione.
DIRITTI UMANI
Appello dei giornalisti per la libertà di stampa
«È il momento di mettere a punto un modo originale di raccontare» che metta «i valori morali nei media» al centro delle strategie tese ad «affrontare la rivoluzione dell’informazione». In particolare serve dare spazio ad un «ampio dibattito sul giornalismo etico e sulla tutela dei diritti umani», e riformulare «le regole dei media per rafforzare la democrazia in Europa». Così il segretario generale della Federazione europea dei giornalisti (Efj), Aidan White, durante una conferenza presso il Parlamento europeo a Bruxelles, il primo marzo. White ha fatto riferimento alla crisi economica e strutturale che investe i media e rischia di travolgere il giornalismo in Europa. Fra i temi trattati la minaccia contro la libertà di stampa, gli attacchi alla riservatezza delle fonti, e il pericolo della “caccia” ai giornalisti. «La debole tutela giuridica dei giornalisti – ha detto White – soffoca il controllo legittimo del popolo e ha un effetto raggelante sul giornalismo indipendente».
RAI
Nuova programmazione per i ragazzi
È ufficiale, la programmazione Rai dedicata ai ragazzi non solo non chiude ma si sviluppa con nuove proposte. Dopo le polemiche dei mesi scorsi sulla temuta cessazione dei programmi per il pubblico più giovane, con sollevazione di genitori, educatori ed esperti dei media, lo scorso 28 febbraio l’azienda ha presentato la nuova programmazione, fatta di cartoni animati, fiction, giochi, programmi musicali e web, tra cui la prima trasmissione incentrata sui social network. «O lavoriamo sui giovani – ha detto Antonio Marano, vicedirettore generale dell’azienda – e andiamo a proporre loro dei valori, oppure la partita è già persa. Per questo la tv dei ragazzi resta centrale nell’ambito del servizio pubblico». Sarà anche perché i canali per bambini superano in ascolti anche quelli sportivi.