Il concerto del 1º maggio
Anche quest'anno il tradizionale appuntamento musicale romano si è svolto secondo le previsioni.
Un’ormai classica festa di primavera. Il concertone romano del primo maggio è da più di vent’anni ormai una sorta di Sanremo della sinistra o, se preferite, un festival del trendysmo progressista che una volta l’anno riesce ad unire sotto la stessa bandiera le mille anime che la compongono.
Da qui le logiche che hanno guidato anche il casting di quest’anno, dai sempre più lanciati Baustelle agli ormai più che legittimati Carmen Consoli, Cristicchi e Vinicio Capossela. E molti altri, per dieci ore di una festa (tutto sommato riuscita, anche che se con l’aria che tira quest’anno c’era ben poco da festeggiare…) che è stata tante cose insieme: un’oasi d’evasione gratuita e dunque ancor più provvidenziale in questi tempi di crisi, spot ideologico, scampagnata sonora trans-generazionale, vetrina promozionale per qualche emergente (primo tra tutti il talentuoso italo-scozzese Paolo Nutini), e semplice occasione per passare qualche ora di good vibrations per centinaia di migliaia di giovani accalcati nel piazzone di San Giovanni.
Tutto secondo previsioni e tradizione dunque: proclami, slogan, e luoghi comuni compresi. Il popolo della sinistra ha ritrovato alcune delle sue voci più amate, provando a smarcarsi per stile e contenuti da tante rimpatriate consumate da tutt’altri celebranti nella medesima location. Ha espresso, e non solo attraverso la gragnuola di brani d’ogni genere sparati dal palco (dal rock al sinfonico, dall’hip-hop al folk politico, dal recitativo alla canzone d’autore) i propri valori, le proprie frustrazioni e i propri malesseri, in primis quelli derivanti dal precariato e dalla disoccupazione giovanile. Soddisfatti i sindacati, entusiasta il pubblico (700 mila secondo le ottimistiche stime degli organizzatori): come ogni anno del resto.
Che altro aggiungere? Certo non è coi concertoni che si transenna una crisi globale, ma anche questi a volte possono servire: almeno ad esorcizzarla per qualche ora, o per ballarci su…